Nel Lazio coprifuoco e locali chiusi alle 18 fino a primavera

Secondo l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, serve "prudenza e rigore"

I controlli della polizia di Stato

Nel Lazio la chiusura dei locali e ristoranti alle 18 e il coprifuoco dalle 22 sono misure che dovranno rimanere in vigore fino a primavera. “Bisognerà correre ancora 3 mesi, almeno. Perché il virus circola, l’Rt non è sotto controllo e per la campagna di vaccinazione ci vorrà tempo“. Lo ha detto l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato in una intervista a “Il Messaggero”.

“Naturalmente ci saranno interventi per le attività che rimarranno chiuse, come per le palestre, per il mondo della cultura, per il commercio ambulante dei mercati – continua l’assessore -. Una cosa deve essere chiara: le misure adottate sono e saranno sempre proporzionali alla situazione dell’epidemia. Nel Lazio siamo stati prudenti e Roma oggi è tra le capitali europee che, pur con molte difficoltà, hanno sofferto meno, grazie al rigore dei comportamenti e anche alle misure che abbiamo adottato. Ora bisogna proseguire. È vero che oggi diminuiscono i ricoveri e i posti occupati in terapia intensiva, ma abbiamo ancora 1.500 casi al giorno. Non sono pochi se pensiamo che quando è partita la seconda ondata, intorno a metà settembre, dovevamo confrontarci con qualche centinaio di positivi al massimo”.

Nel corso dell’intervista, l’assessore D’Amato ha affrontato anche il capitolo scuola: “In classe bisogna portare la mascherina sempre, anche al banco, basta demagogie. Lo abbiamo detto all’Ufficio scolastico regionale, che dipende dal Ministero. Poi saranno potenziati i bus, ce ne stiamo occupando con l’Astral, l’agenzia regionale, insieme alla Prefettura. Per i tamponi, a gennaio contiamo di avere 150mila test con prelievo salivare”.

Per quanto riguarda il vaccino “contiamo di avere 8 milioni di dosi per il Lazio, per 4 milioni di cittadini, considerando che servirà il richiamo. Teniamo d’occhio due date: il 29 dicembre, quando aspettiamo che l’Ema dia l’ok al vaccino Pfizer. Da quel momento in poi possono partire concretamente tutte le iniziative che già stiamo programmando. E il 12 gennaio dovrebbe esserci un passaggio cruciale per il vaccino di Moderna“.

In merito all’obbligo del vaccino, l’assessore ribadisce “che ci atterremo a quello che dirà il governo. L’obiettivo è arrivare all’immunità di gregge, la copertura vaccinale deve essere superiore al 70 per cento. Partiremo con i vaccini per il personale sanitario negli hub ospedalieri, poi quando arriveremo in tarda primavera al picco della campagna, ci sarà bisogno di tutte le forze possibili, dai 4 mila medici di medicina generale alle 1.500 farmacie”.

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