Nel Lazio gli agricoltori potranno abbattere i cinghiali, con porto d’armi e corso di formazione

È quanto prevede l'aggiornamento del piano regionale per il contenimento della fauna selvatica, approvato ieri dalla giunta

Nel Lazio gli agricoltori potranno abbattere i cinghiali che invadono i loro terreni. Ma solo in casi di urgenza, dopo aver ottenuto il porto d’armi e aver seguito un corso specifico di formazione. È quanto prevede l’aggiornamento del piano regionale per il contenimento della fauna selvatica, approvato ieri dalla giunta.

Le nuove misure contro la fauna selvatica e i cinghiali, sono state annunciate dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e dall’assessore all’Agricoltura, Giancarlo Righini che hanno incontrato gli agricoltori della Coldiretti, in protesta davanti la sede regionale a causa della fauna selvatica che sta “devastando” i loro terreni. La giunta regionale ha anche approvato un Piano per il contenimento della peste suina africana. Soddisfatti gli agricoltori che parlano di una “delibera strategica”, anche per la possibilità degli agricoltori di poter partecipare “al contenimento della fauna selvatica”.

“Abbiamo dato quella risposta che i nostri agricoltori attendevano da anni: una maggiore attenzione a chi lavora la terra, a chi porta sulle tavole beni preziosi come i prodotti del nostro territorio – dichiara il presidente Rocca -. È un segnale di attenzione ai professionisti di questo settore chiave per l’economia regionale. La nostra Giunta sarà sempre vicina a questo mondo. Lo dico senza retorica, ma con quell’attenzione che merita il comparto agricolo, vera e propria ricchezza e bellezza del nostro territorio”, conclude Rocca. Riflettori accesi non solo sui danni nelle campagne, che nel Lazio hanno superato ampiamente i dieci milioni di euro, con raccolti dimezzati dell’80 per cento fino a punte del 100 per cento e conseguente reddito zero per le aziende agricole, ma anche difesa della dieta mediterranea, minacciata dalla presenza di branchi di ungulati, che hanno superato le 250 mila presenze e la sicurezza dei cittadini. Secondo il rapporto elaborato da Asaps, l’Associazione sostenitori e amici della polizia stradale, solo nel Lazio gli incidenti stradali causati da animali selvatici nel 2023 con persone ferite, sono stati 15 e il mese scorso a Roma a perdere la vita è stato un motociclista mentre era in sella al suo scooter.

Questa misura “ha l’obiettivo di ristabilire l’equilibrio biologico dell’ecosistema, in quanto la presenza di cinghiali lo aveva scompensato in maniera letale creando gravi conseguenze – spiega l’assessore Righini -. I danni da fauna selvatica sono oramai incalcolabili e i dati sono allarmanti. Con questo provvedimento ribadiamo, quindi, l’ascolto e l’impegno a tutela degli interessi degli agricoltori, dando loro la facoltà di usare gli strumenti di contenimento indispensabili per la salvaguardia delle loro produzioni”, conclude l’assessore Righini. Nello specifico la decisione della Giunta regionale, oltre ad acquisire l’aggiornamento del Piano straordinario regionale per le aree non infette e limitatamente alla specie cinghiale, riconosce l’importante ruolo delle aziende del settore agricolo e delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative, attivando le misure volte a favorire un loro maggiore coinvolgimento, sia nel momento della segnalazione sia direttamente nella fase di attuazione del Piano regionale degli interventi urgenti.

Inoltre, la Regione Lazio ha definito le modalità di valorizzazione della filiera per la commercializzazione delle carni di cinghiale, quale risorsa del territorio, attraverso la promozione legata ai marchi di qualità regionale. Il piano sarà attuato, a eccezione di quanto previsto nelle aree naturali protette, sia con il prelievo venatorio sia con gli interventi di controllo e di contenimento senza restrizioni, insieme con le tecniche innovative. “E’ un delibera per noi strategica – sottolinea il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – perché rimette il mondo agricolo al centro e soprattutto ci dà la possibilità di ripristinare l’equilibrio. Noi non abbiamo interesse a sconvolgere nulla, se non quello che venti anni fa ci ha sconvolto la vita. Solo quest’anno sono oltre dodici i milioni di euro i danni subiti dai nostri agricoltori a causa della fauna selvatica”. “E’ importante la possibilità del mondo agricolo di poter collaborare al contenimento – prosegue Granieri – di poter costituire un corpo di giardie volontario per coordinare i lavoro, formare gli agricoltori e soprattutto l’attuazione del Piano anche nelle aree parco, dove il potere sostitutivo della regione esiste e chi non adotta la delibera potrà essere sostituito”, conclude.

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