Un diadema indossato a ogni occasione mondana e il servizio di argenteria sfoggiato nelle cene di Natale. Oggetti preziosi tramandati da generazioni nella famiglia Boncompagni Ludovisi. Beni la cui proprietà, secondo quanto riporta il ‘Corriere della Sera’ è ora al centro di una delle numerose contese giudiziarie interne alla casata, i cui protagonisti sono in questo caso Rita Jenrette, vedova del principe Nicolò, e uno dei tre figli del nobile deceduto nel 2018, don Bante.
In sede civile Jenrette, divenuta famosa in passato per un servizio fotografico su Playboy, ha citato in giudizio oltre a Bante anche gli altri due figli del marito, Francesco e Ignazio, contestando la validità del testamento del principe.
Bante, da solo, ha denunciato l’ultima moglie del padre accusandola di essersi appropriata del gioiello stimato almeno 300mila euro e delle posate d’argento. Quest’ultime ostentate, secondo il più giovane dei rampolli, dalla signora durante una cena di Natale con ospiti illustri, quali Benedetta Barberini Colonna, mamma di Bante e dei suoi fratelli.
Ma all’uso di quegli oggetti Jenrette non avrebbe avuto alcun diritto, secondo Bante, in quanto rientrerebbero nel patrimonio “Casa Boncompagni”. Tesi bocciata dal pm che ha chiesto l’archiviazione dall’accusa di appropriazione indebita per Jenrette. La vedova, per la Procura, quei beni li avrebbe ereditati. Bante – assistito dall’avvocato Luca Montanari – ha fatto opposizione davanti al gip, rimarcando come diadema e servizio d’argento avrebbero potuto essere alienati solo su espressa volontà del padre Nicolò. Che invece nel testamento non ha lasciato alcuna disposizione al riguardo.
Il rampollo di casa Boncompagni Ludovisi ha suggerito al gip di ascoltare la madre per confermare, nella cena di Natale, l’uso delle posate. Cena svolta al Casino dell’Aurora, residenza di Jenrette, dove si trova l’unico affresco di Caravaggio. II gip si è riservato di decidere.