Al grido “Nostra la storia nostre le lotte” l’8 giugno si svolgerà il corteo che partirà da piazza della Repubblica e, attraversando le strade del centro, si concluderà in piazza Madonna di Loreto a pochi passi da piazza Venezia.
Non ci sarà – hanno spiegato gli organizzatori – la sindaca di Roma Virginia Raggi, per un precedente impegno, “ma speriamo che il presidente Zingaretti faccia il bis dopo essere stato presente l’anno scorso”. Di sicuro a sostituire la sindaca, ci sarà uno degli assessori.
A fare da madrina alla parata sarà la transessuale Porpora Marcasciano, presidente del Movimento identità transessuale (Mit), esponente storica del Movimento e presente al primo Pride della Capitale. Come di consueto sfileranno una ventina di carri allegorici di tutte le sigle del mondo Lgbti ma anche della Cgil, della Compagnia aerea Vueling, dell’Ambasciata dei Paesi Bassi, dei Repubblica Federale della Germania. L’ambasciata Canadese parteciperà con una delegazione e una vettura.
Per ripagare dell’inquinamento provocato dalla parata saranno piantati degli alberi in Kenya. “Saremo super colorati e supereccessivi – ha preannunciato il portavoce del Roma Pride Sebastiano Secci – perché a noi la sobrietà non piace e vogliamo essere noi stessi e rivendicare i nostri diritti. Sarà una festa inclusiva che parte dalle nostre rivendicazioni per riuscire a sconfiggere l’omofobia e la transfobia ma anche tutte le forme di oppressione che ancora esistono e che vogliamo combattere”.