Ok il regolamento, ma la Consulta sulla disabilità a Roma rimane sulla carta

Trieste (Fiaba): “E’ da prima della pandemia che la Consulta non si riunisce”. Almeno il 5% della popolazione ha problemi di disabilità

Come dire: ora a Roma dalla teoria, passiamo ai fatti. “La Consulta cittadina sulla disabilità? E’ da prima della pandemia che non si riunisce. Ora serve una convocazione urgente”. Lo afferma Giuseppe Trieste, presidente di Fiaba, organizzazione che si occupa di abbattere le barriere architettoniche, in merito al nuovo regolamento della Consulta . L’obiettivo, almeno sulla carta, è correggere le previsioni della delibera presentata dalla Giunta Raggi riattribuendo più potere alle associazioni e al terzo settore.

Almeno il 5% persone a Roma, come in gran parte d’Italia, ha una forma di disabilità, ma se poi aggiungiamo che circa il 30% dei romani è entrato nella Terza Età. Già da queste cifre si capisce che prima o poi tutti potremo in una fase di disabilità.

A Roma solo il 30% dei bus ha una pedana per far accedere i disabili realmente funzionante. Sulla metro A sono 14, ad esempio, le stazioni accessibili a passeggeri “con ridotto mobilità”, ma prima bisogna verificare che il servizio sia davvero disponibile. Ma poi sono cinque le stazioni dove gli ascensori non funzionano, e sono sette le stazioni con i montascale non attivi. Tra metro C e metro B sono ben 26 le stazioni con gli stessi problemi. Ne consegue che ad oggi per un disabile prendere la metro è in sostanza impossibile. 

“E’ un problema di qualità della vita – dice Trieste – La città spesso non è accogliente. Non basta il buono taxi per chi è disabile, come fa chi non è residente a Roma? Non c’è cultura dell’accoglienza, e sono anni che lo diciamo ma finora i progressi fatti sono pochi e frutto di un lavoro faticoso”.

Sono passati esattamente 30 anni dall’approvazione della legge n. 104 del 5 febbraio 1992, più comunemente nota come Legge 104, la norma che regola l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con Disabilità. Una legge-quadro nata per garantire il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona e la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società. Ma per Paola Binetti, presidente dell’Intergruppo Parlamentare per le Malattie Rare “l’inserimento dei più giovani nella scuola e l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro  sono ancora largamente inadeguati. I servizi che vengono offerti sono frammentari e alla figura del caregiver non viene offerta nessuna garanzia, né sul piano personale, né su quello professionale”.

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