Oltre 500 mila abitanti di Roma e del Lazio emigrati all’estero

Per il rapporto Migrantes il Paese per emigrazione è il Brasile. Ma ci sono anche rientri, pochi: 43 mila

Il Lazio rimane una terra di emigrazione. Su una popolazione di 5 milioni e 700 mila residenti, gli iscritti all’Aire sono 501 mila. Si tratta di abitanti di Roma o della regione che sono andati a vivere all’estero, emigrati, il  9% circa di tutti gli iscritti a livello nazionale, che sono poco più di 5 milioni e 900 mila. Su questi 501 mila, 225 mila risiedono nell’America centro meridionale, e infatti il primo paese d’emigrazione è il Brasile, il secondo l’Argentina e il terzo è il Regno Unito. Più di 193 mila connazionali poi vivono nel resto d’Europa. Lo afferma l’ultimo rapporto Migrantes.

Il Lazio seconda regione per rientri 

Nel corso degli anni il Lazio e Roma hanno perso popolazione. Per Migrantes, il peso degno emigrati si fa sentire: nascono meno bambini, i decessi sono stabili, i rientri dall’estero sono sempre scarsi. Secondo i dati sulle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per trasferimento di residenza dei cittadini italiani registrati tra il 2012 e il 2021 dall’Istituto Nazionale di Statistica, i connazionali rimpatriati sono stati un totale di 443.036. La regione Lazio si posiziona al secondo posto con 42.454 persone, preceduta dalla Lombardia con 83.951e seguita dalla Sicilia con 38.227, dal Veneto con 35.967, dalla Campania con 31.532, e dal Piemonte con 30.8946.

I rientri si sono fermati durante il Covid

Nei primi quattro anni, dal 2012 al 2016, i dati hanno registrato un trend oscillatorio: 3.458 cittadini italiani rientrati nella Regione nel 2012 diventati 2.776 nel 2013, 2.756 nel 2014, 2.841 nel 2015 poi 3.305 nel 2016. Dal 2016 al 2018 i numeri si sono mantenuti stabili sulle tremila unità (3.656 nel 2017, 3.387 nel 2018) per poi raddoppiare nel 2019 quando coloro che hanno deciso di rimpatriare sono stati 6.750. Il numero dei cittadini iscritti alle anagrafi dei comuni laziali dall’estero ha mantenuto livelli alti anche durante il 2020, anno horribilis per la mobilità internazionale a causa delle restrizioni socio-sanitarie dovute alla diffusione della pandemia da coronavirus e delle conseguenti chiusure delle frontiere e del traffico aereo e navale. Nel 2020 i ritorni sono stati 5.620. 

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