Omicidio Desirèe, testimone in aula: “drogata prima della violenza”

Desirèe frequentava San Lorenzo da pochi giorni

Il luogo dove è morta Desiree, cosa fare contro i reati?
Il luogo dove è morta Desiree

Desire’e Mariottini era stata vista nell’area del palazzo occupato a San Lorenzo di Roma solamente 4 volte nelle ultime due settimane precedenti al suo omicidio. “Prima non l’avevo mai vista” ha detto tra l’altro, durante le sei ore di deposizione nell’aula bunker di Rebibbia a Roma, la teste Narcisa Leon, una donna sudamericana, assuntrice di stupefacenti, che frequentava il quartiere San Lorenzo per procacciare droga.

L’udienza di ieri al processo in corte d’assise per l’omicidio della 16enne di Cisterna di Latina avvenuto il 19 ottobre 2018, si e’ svolta a porte chiuse e vede imputati con l’accusa di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di stupefacenti a minori, Yussef Salia, Alinno Chima, Mamadou Gara e Brian Minthe. La teste avrebbe anche riferito di racconti ascoltati da testimoni oculari e gia’ emersi nel corso del processo. Il piu’ importante riguarderebbe il fatto che la ragazzina gia’ barcollava quando e’ stata portata nel container dove sarebbe stata violentata dai quattro come se “la droga le stesse facendo gia’ effetto” e quando ne e’ uscita per raggiungere la branda dove e’ stata trovata morta, era sostenuta per un braccio.

Inoltre ieri ha giurato il perito dattiloscopico del Ris dei Carabinieri a cui la corte ha affidato l’incarico di individuare le impronte presenti sulla scatola degli psicofarmaci. “In buona sostanza – ha detto ad “Agenzia Nova” l’avvocato Maria Teresa Ciotti, legale della madre di Desire’e – quanto detto dal teste Leon dimostra cio’ che da tempo sosteniamo e cioe’ che la vittima frequentava la palazzina occupata solamente da poco tempo e qualcuno l’aveva indirizzata in quel posto”.

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