Ancora dubbi sulla provenienza del denaro che Anastasia conservava nello zainetto.
Potrebbe, anche, esserci un finanziatore, una ‘terza persona’ che ha fornito a Giovanni Princi e Anastasia i 70 mila che sarebbero dovuti servire all’acquisto di 15 chilogrammi di droga.
Ne sono convinti i pm della Procura di Roma che indagano sul contesto in cui si è consumato l’omicidio di Luca Sacchi.
I magistrati lo scrivono nella richiesta delle cinque misure cautelari di ieri. E su questo potrebbero concentrasi ora le indagini sull’omicidio avvenuto a Roma durante una compravendita di droga.
Resta il fatto che Princi “non è alla prima esperienza“. Per gli inquirenti “è inserito stabilmente in contesti criminali, in passato aveva concluso altri acquisti – si legge nella richiesta della Procura – si da essere definibile cliente degli spacciatori indagati e preserva le sue relazioni criminali non offrendo alcun contributo alle indagini benché Luca Sacchi fosse un suo amico dai tempi del liceo“.
E sempre più in equilibro instabile la posizione di Anastasia, la fidanzata ucraina, del giovane assassinato. Troppe e spesso discordanti le sue versioni su quello che realmente accade la notte dell’omicidio.
Le ultime news parlano di sequestro del cellulare della ragazza. E si sa che, siano pc o cellulari, nulla -in realtà – può essere cancellato e perso