La tensione è salita in Vaticano, a 24 ore dalla partenza del Papa per il Cile e il Perù. I responsabili della sicurezza, a partire dal capo della Gendarmeria gen. Giani, hanno più volte fatto il punto della situazione ieri, dopo le violente proteste di questi giorni nei due paesi contro la visita di Francesco.
Dapprima gli attentati a tre chiese, poi l’occupazione della nunziatura a Santiago del Cile, ed ancora il danneggiamento della statua del Cristo Redentore a Lima. Francesco da quando è stato eletto ha girato tutti i continenti, ma non pensava che le contestazioni più virulente avvenissero nella sua America Latina. Rafforzate dunque tutte le scorte.
Francesco, come alla vigilia di ogni visita, ieri sera ha affidato alla Madonna il suo nuovo viaggio offrendo un mazzo di fiori alla Salus populi Romani, nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.
Ambienti anticlericali, ma anche la sinistra estrema, associazioni pro aborto sono alla base delle proteste, che hanno al centro anche gli esorbitanti costi della visita, soprattutto in Cile e Perù,dove persistono forti disuguaglianze sociali e il 15% della popolazione vive sotto la soglia di povertà.
E comunque, i problemi sociali saranno al centro del viaggio. Bergoglio ha fatto sapere che incontrera’ gli indigeni del Peru’, della Bolivia e del Brasile durante la visita che fara’ il prossimo 19 gennaio alla citta’ peruviana di Puerto Maldonado, come confermato il Vicariato apostolico della citta’. Il vescovo di Puerto Maldonado David Martinez Aguirre ha detto che all’incontro sono state convocate diverse organizzazioni indigene, con l’intenzione di discutere con il pontefice delle difficolta’ delle comunita’ native, che vivono in luoghi lontani dai centri abitati e spesso mal collegati.
Mons. Retamales, presidente dei vescovi del Cile auspica che “il prezioso dono della visita di Papa Francesco sia fonte di unità per tutto il nostro popolo. Con grande speranza, auspichiamo che questo evento costituisca un forte impulso alla riconciliazione e a un rinnovato incontro di questa famiglia che il Cile cerca di essere per tutti, al recupero della fiducia, a una migliore convivenza e all’impegno sociale”.