Il Papa invoca un negoziato per l’Ucraina, ma cosa intende?

Il Vaticano spinge per un’azione diplomatica che faccia uscire dallo stallo della guerra. Ma in Ucraina anche i cattolici non vogliono una resa

“Alzare bandiera bianca”, “negoziato”. Le parole di Papa Francesco sull’Ucraina hanno fatto pensare a un cambio di linea, anche se in serata la sala stampa è stata costretta e dare una lettura del pensiero del Pontefice espresso con la televisione Svizzera Italiana.

Il Vaticano: il Papa non vuole la resa dell’Ucraina

 “Il Papa usa il termine bandiera bianca, e risponde riprendendo l’immagine proposta dall’intervistatore, per indicare con essa la cessazione delle ostilita’, la tregua raggiunta con il coraggio del negoziato. Altrove nell’intervista, parlando di un’altra situazione di conflitto, ma riferendosi a ogni situazione di guerra, il Papa ha affermato chiaramente: ‘il negoziato non e’ mai una resa’”. Questa è la precisazione del direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni all’intervista del Pontefice sull’Ucraina.

Francesco vuole un’azione diplomatica 

Nei fatti, il Vaticano ritiene che si debba cominciare a delineare una via di uscita a questa guerra che oramai dura da due anni. Un esercizio di realismo di fronte a una recrudescenza dell’avanzata russa, ma soprattutto della totale inesistenza dell’azione diplomatica. Il nodo rimane sempre quello dei territori occupati, per i quali bisogna capire  quale status è possibile se ci fosse uno stop della guerra. D’altronde quello di una trattativa è l’orizzonte immaginato dai vari movimenti cattolici in Europa, anche perché la corsa alla fornitura agli armamenti non piace affatto a chi credente e pacifista.

Ma gli ucraini non vogliono lasciare i territori occupati

E’ pure vero che in Ucraina la stragrande maggioranza della popolazione nome ha intenzione di alzare bandiera bianca, e sulla stessa linea è la Chiesa locale. E abbandonare il Donbass, lasciare Mariupol e tutti i territori occupati dai russi, per gli ucraini sarebbe una resa. In sostanza, l’unica cosa che vuole Kiev è tornare ai confini precedenti al 24 febbraio di due anni fa.

Un’intervista vecchia di un mese e mezzo

Nello Scavo, giornalista di Avvenire e inviato in Ucraina, afferma: “Comunque la si pensi, a me sembra singolare fare al papa domande sull’attualità il 2 febbraio e mandarle in onda il 20 marzo. Resta il fatto che una cosa è costringere Putin a negoziare (secondo il diritto internazionale che lui viola) e un’altra è negoziare una resa”.

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