La relazione dei tre candidati alla segreteria del Pd Lazio – Andrea Alemanni, Bruno Astorre e Claudio Mancini – ha chiuso la prima fase del congresso, che prevede la consultazione degli iscritti, in vista delle primarie del 25 novembre.
Andrea Alemanni – vicepresidente del II Municipio, area Richetti – ha richiamato i delegati al “coraggio: se non lo abbiamo in un Congresso, allora quando? Questa è l’occasione per selezionare la classe dirigente, gli altri partiti non lo fanno: non possiamo perdere questa occasione”.
Per Bruno Astorre (Areadem-Gentiloni) il richiamo è all’unità: “No al fuoco amico: per troppi anni si è combattuto il Matteo sbagliato. Si discute negli organi interni, ma poi la linea deve essere unica e il segretario regionale deve garantire che sia rispettata”. Poi, in riferimento alle polemiche che lo hanno coinvolto oggi, ha ribadito di essere “orgoglioso di aver votato tutti i provvedimenti sui diritti civili e sociali, ha ragione chi oggi me l’ha ricordato”.
Mentre Claudio Mancini (Orfini-Renzi-Popolari) ha messo in guarda sulle future primarie: “Il centrodestra stia a casa: i presidenti di seggio esercitino la facoltà di respingere chi notoriamente milita in altre forze politiche”. Per Mancini “la battaglia congressuale va incrociata con quella politica per far cadere la giunta Raggi”, nel percorso verso il congresso nazionale che “ci faccia arrivare uniti alle Europee”.