Peste suina: istituita a Roma la zona rossa allargata, si estenderà a nord oltre il Gra

In arrivo un piano entro 30 giorni per gli abbattimenti e una cabina di regia

(immagine di repertorio)

Una zona rossa allargata, un piano entro 30 giorni per gli abbattimenti e una cabina di regia. Queste le principali misure contenute nell’ordinanza a firma del commissario straordinario, Angelo Ferrari per affrontare la diffusione della peste suina africana a Roma. Il provvedimento è stato firmato durante una riunione in prefettura a Roma a cui hanno partecipato lo stesso commissario per l’emergenza Ferrari, il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e l’assessore all’ambiente di Roma Sabrina Alfonsi. L’ordinanza va a regolamentare più nel dettaglio le attività possibili e le restrizioni.

La zona rossa a Roma “è tutta quella interna al Gra, quindi 64 km2, ma avendo registrato un caso a ridosso del confine abbiamo dovuto ampliare l’area della zona infetta con un grosso spicchio a Nord, oltre il Raccordo”, ha detto il commissario straordinario, Angelo Ferrari.

“I casi sono 8 e sono nel Grande raccordo anulare: il primo obiettivo è mantenerli nell’area, chiudere tutti i varchi ed impedire il passaggio di animali infetti fuori e anche incontri con cinghiali esterni per evitare che si alimenti il focolaio – ha spiegato Ferrari -. Poi ci sono una serie di obiettivi e chiediamo di monitorare la presenza delle carcasse per garantire che la zona infetta non si ampli. Sui tempi bisogna avere pazienza di comprendere come sarà evoluzione della malattia. Ci aspettiamo una autoestinzione e per l’eradicazione ci vorrà un anno dall’ultima carcassa positiva. L’obiettivo essenziale – ha sottolineato Ferrari – è quello di contenere la malattia ed eradicarla da questo Paese. Oggi il virus si propaga all’interno del mondo dei selvatici e vogliamo evitare il passaggio al suino domestico”, ha concluso il commissario.

Già lo scorso 7 maggio la Regione Lazio aveva istituito “una zona infetta provvisoria”: ovvero un’area che comprende una parte del parco dell’Insugherata e del Parco di Veio e l’intero Parco del Pineto e della Riserva di Monte Mario, dove è prevista la sorveglianza rafforzata dei cinghiali, il campionamento e l’analisi di eventuali carcasse e il loro smaltimento in sicurezza. Ora la zona rossa di Roma sarà estesa alla via Cassia fino all’intersezione con la Cassia Veientana e a nordest al Grande raccordo anulare.

“L’obiettivo essenziale è quello di contenere la malattia e eradicarla da questo Paese. Oggi il virus si propaga all’interno del mondo dei selvatici e vogliamo evitare il passaggio al suino domestico – ha aggiunto il commissario straordinario Ferrari-. I casi riscontrati al momento sono 8 e sono nel Grande raccordo anulare: il primo obiettivo è mantenerli nell’area, chiudere tutti i varchi ed impedire il passaggio di animali infetti anche con cinghiali esterni che alimenti il focolaio, ma soprattutto evitare il passaggio ai suini domestici – ha sottolineato Ferrari -. Poi ci sono una serie di obiettivi: chiediamo alle autorità di monitorare la presenza delle carcasse per garantire che la zona infetta non si ampli. Sui tempi bisogna avere pazienza di comprendere come sarà evoluzione della malattia. Ci aspettiamo una autoestinzione”. Per quanto riguarda la cabina di regia “ci aspettiamo un’area confinante per incidere sulla popolazione dei cinghiali per evitare che si estenda al di là del raccordo. Per arrivare all’eradicazione 1 anno dall’ultima carcassa positiva”, ha concluso.

A Roma sarà istituita una cabina di regia interistituzionale coordinata dal prefetto, che entro entro 30 giorni definirà un piano con le modalità per gli abbattimenti selettivi dei cinghiali. “Oggi facciamo un passo importante, è stata firmata l’ordinanza commissariale che individua le aree, i confini e le necessarie regolamentazioni – ha spiegato Costa -. Per la gestione dell’emergenza c’è bisogno di condivisione e del contributo di tutti gli enti coinvolti. Anticipo che con un successivo atto verrà messo in campo un protocollo d’intesa da parte di ministero della Salute, Prefettura, Regione Lazio e commissario con cui individueremo una cabina di regia per il coordinamento dell’emergenza della peste suina. Sarà coordinata dal prefetto Matteo Piantedosi o da un suo delegato e avrà il compito di individuare una serie di attività e un piano che prevede anche la riduzione della presenza degli ungulati all’esterno della zona rossa – ha aggiunto Costa -. Monitoriamo la situazione ogni giorno ed è già iniziata una serie di attività importanti in uno spirito di piena collaborazione con l’obiettivo di limitare la diffusione del virus”. Per il sottosegretario “non c’è dubbio che il de-popolamento inizierà non appena verrà istituita la cabina di regia, con il protocollo che definirà un piano e stabilirà la strategia, perché questa è un’altra emergenza”, ha concluso Costa.

Gli abbattimenti si faranno attraverso “una caccia selettiva con i selettori che sono dei cacciatori abilitati, che operano già sul nostro territorio nazionale. Ricordiamo che in Regione Piemonte è già iniziato questo piano di abbattimento, dove già 500 capi sono stati abbattuti. Siamo all’inizio di una progressiva riduzione”, ha commentato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. “Credo che l’obiettivo centrale rimanga quello di ridurre sensibilmente la presenza dei cinghiali perché nel nostro Paese c’è una presenza cinque o sei volte superiore di quella che dovrebbe essere – ha spiegato Costa -. Il numero è talmente alto che ci sono soltanto stime. Siamo di fronte a un’emergenza dentro un’emergenza”.

Per affrontare la peste suina serve una fase lunga, “è un tema affrontabile e risolvibile ma oggettivamente complesso, e richiederà livelli di coinvolgimento di attori diversi nel territorio. L’ordinanza definisce le competenze dei diversi attori coinvolti, la strategia e indica chi fa cosa nei prossimi mesi, e il nostro obiettivo è quello di istituire una cabina di regia. Si apre una fase lunga di mesi che saranno scanditi da fasi diverse”, ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “È in atto una fase di contenimento e anche rispetto a quello che accadrà, trattandosi di un problema sanitario bisognerà aspettare – ha aggiunto il governatore -. L’iniziativa di coordinamento è iniziata: la fase è complessa, ma affrontabile”.

“Insieme al sindaco Gualtieri sosteniamo la cabina di regia e crediamo che possa aiutare a risolvere il problema grave della peste suina per evitare danni economici e un’estensione al territorio nazionale”, ha concluso l’assessora all’ambiente di Roma, Sabrina Alfonsi. “Ci prendiamo tutti insieme questa responsabilità, anche il problema del sovrappopolamento dei cinghiali nei parchi naturali di Roma andava trattato e in questo modo riusciamo ad affrontare entrambe le questioni – ha aggiunto l’assessore – . La cabina di regia riuscirà a sostenere Roma Capitale nel dare risposte concrete su questo tema”.

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