Il taser per le forze di polizia della Capitale è realtà. Lo scrive ‘’Il Messaggero’’ precisando che, terminata la fase sperimentale in altre dodici città di Italia, da una settimana i poliziotti romani vengono chiamati a frequentare i corsi per l’utili22o della cosiddetta “pistola elettronica”.
Si comincia dagli ufficiali di polizia giudiziaria, i più esperti, per poi arrivare agli agenti semplici. Il via coinvolge ¡n primis gli operatori delle Volanti, dei commissariati e del reparto prevenzione crimine, ossia, come specificato nella circolare dell’Ufficio del personale del 4 gennaio scorso, dando «la priorità al personale addetto ai servizi di controllo del territorio».
I corsi sono al via anche per i carabinieri del Comando provinciale. L’impiego sul campo del taser, secondo ¡I cronoprogramma della Questura, debutterà a tutti gli effetti a metà febbraio. «Una buona notizia, la sua introduzione era stata fortemente richiesta dal personale in prima linea – spiega a ‘’Il Messaggero’’ Ignazio Craparotta, segretario provinciale del Siulp -, la pistola a impulsi elettrici consentirà di intervenire nella maniera più veloce e meno rischiosa in tutti quei casi, sempre più frequenti, in cui gli agenti sono alle prese con persone violente o che danno in escandescenza.
Al momento, tuttavia, la dotazione prevista è inferiore alle reali necessità – aggiunge il sindacalista -. Si tratta di 4 o 5 apparecchi disposizione di ciascun turno e divisi per zone, a utilizzarli saranno degli equipaggi pronti ad andare in ausilio delle squadre che ne hanno necessità.
In tutto il territorio di Roma ne servirebbero una ottantina per turno. L’optimum sarebbe che ciascun poliziotto della Questura possa avere a disposizione taser e cartucce appropriate ogni volta che prende servizio, a partire dalle altre specialità come la polizia ferroviaria, la stradale e quella di frontiere in servizio negli aeroporti”.
L’attività formativo-addestrativa degli agenti avrà la durata di cinque giorni e si articolerà in lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche attraverso l’illustrazione dei possibili scenari operativi. I corsi si stanno svolgendo nella storica sede del reparto Volanti in via Guido Reni, dove c’è anche il poligono di tiro. La parte teorica ricomprenderà il preciso quadro giuridico di riferimento dell’uso dell’arma elettronica e delle sue regole di ingaggio: come e quando può essere usata.
Un giorno di lezione, infine, è riservato agli aspetti sanitari del suo impiego con l’insegnamento di manovre di primo soccorso in caso di necessità e di nozioni base di anatomia e fisiologia dell’apparato cardiovascolare e respiratorio.
Ciascun “utìlizzatore” dovrà prendere in considerazione, per esempio, tutte le possibili criticità derivanti dall’impossibilità di muoversi della persona contro cui si sparano i “dardi” elettrici.
Il taser funziona così: premendo il grilletto vengono sparate delle “freccette” che generano una contrazione muscolare, per cui bisogna colpire dei fasci muscolari ben precisi per ottenere l’effetto voluto, Inoltre, ci sono tessuti molli che devono essere evitati, come gli occhi o la bocca, perché possono riportare danni permanenti.
Il via libera al taser era stato dato dal Viminale nel gennaio del 2020, quindi itempi lunghi per l’appalto delle forniture. Nel giugno scorso i poliziotti romani erano tornati a chiedere la pistola elettrica all’indomani di un grave episodio avvenuto alla stazione Termini, quando un cittadino ghanese di 44 anni aveva seminato il panico fuori dalla stazione brandendo un coltello.
Per fermarlo un agente fu costretto a sparargli puntando a una gamba. «Se avesse avuto il taser quella situazione si sarebbe risolta in pochi istanti”, tuonarono allora i colleghi esprimendo solidarietà all’agente comunque indagato per eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi.