Denaro, depositi bancari e polizze assicurative, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro, sono stati sequestrati dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma in esecuzione di due provvedimenti d’urgenza emessi dalla Procura di Velletri, poi convalidati dal giudice per le indagini preliminari. Le misure ablative costituiscono l’epilogo di complesse indagini nei confronti di una impresa di trasporti e logistica stabilitasi di recente a Pomezia, proveniente da Anzio, eseguite dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Roma e dalla Compagnia di Nettuno. Il primo, nel corso di una verifica fiscale, aveva appurato che la società, a fronte di spese sostenute per lo sviluppo di un’innovativa applicazione informatica per la gestione dei vari processi di lavoro, in realtà mai venuta alla luce, aveva maturato un credito di imposta di oltre 1,6 milioni di euro, che era stato indebitamente compensato con debiti tributari e previdenziali.
Parallelamente, gli accertamenti delle Fiamme Gialle della Compagnia di Nettuno, coordinate dal II Gruppo di Roma, avevano svelato che i vertici dell’impresa, che negli anni era riuscita ad acquisire rilevanti commesse da operatori della grande distribuzione, avevano trasferito soltanto formalmente la forza-lavoro dipendente in capo a cooperative costituite ”ad hoc” e intestate a compiacenti ”teste di legno”, con cui venivano simulati contratti di appalto di servizi.
L’interposizione di questi soggetti giuridici aveva consentito alla società beneficiaria dei servizi di addossare gli oneri del personale a soggetti terzi. In questo modo, grazie all’evasione dell’iva e al mancato versamento delle ritenute fiscali, previdenziali e assicurative, aveva praticato alla propria clientela prezzi vantaggiosi, ai danni delle imprese concorrenti rispettose delle regole. Quando i militari hanno avuto contezza di manovre preordinate alla cessione delle quote sociali ad una società di Napoli e alla nomina di un ulteriore ”prestanome” alla guida della società principale, si è resa necessaria l’esecuzione del sequestro preventivo in via d’urgenza, finalizzato alla confisca ”per equivalente”. L’operazione si inquadra nella più ampia azione messa in campo dalla Guardia di Finanza di Roma a contrasto dell’economia sommersa e delle frodi fiscali, che alterano le regole del mercato, ledono i diritti dei lavoratori e danneggiano i cittadini e gli imprenditori onesti.
Nella vicenda e’ coinvolto il consigliere della Regione Lazio Adriano Palozzi. Con una nota Palozzi ha precisato che il suo ruolo nell’azienda interessata nell’inchiesta e’ “esclusivamente di sviluppo dell’attivita’ commerciale -dice-, ribadisco la mia totale estraneita’ ai fatti contestati, non essendomi mai occupato dell’amministrazione della societa’, tantomeno dei rapporti con l’amministrazione tributaria e fiscale. Non posso che ribadire, pertanto -conclude Palozzi-, piena fiducia nella magistratura inquirente con la certezza che presto tutto si chiarira’”