Durante un’intervista al Corriere della Sera il Presidente del tribunale di Roma, Francesco Monastero dichiara la riapertura dei lavori dal 12 maggio, ma la ripresa sarà graduale» e aggiunge: aule a «numero chiuso»
Nell’intervista sottolinea anche che le mascherine sono obbligatorie durante le udienze, come la misurazione della temperatura all’ingresso della cittadella giudiziaria e i processi ancora contingentati. La fase 2 nelle aule di giustizia della Capitale prende forma con queste misure.
Francesco Monastero, presidente del Tribunale, siete pronti alla riapertura? «il decreto in vigore indica l’11 maggio come giorno ultimo delle misure restrittive per l’attività giudiziaria. Se non interverranno cambiamenti, dal 12 mattina avvieremo la nostra fase 2».
Senza ulteriori indicazioni specifiche dal governo possiamo attenderci un ritorno alla normalità? «No, la ripresa sarà graduale. Dando la priorità alle esigenze sanitarie e calibrando su questa il bisogno di efficienza, le risorse disponibili, le possibili soluzioni».
Partiamo dall’attività amministrativa. Il personale delle cancellerie e degli uffici si sta alternando: chi lavora da casa, chi in sede. Sarà ancora così? «Su un organico di 850 persone, 250 sono presenti a piazzale Clodio ogni giorno. La macchina ha retto ma stiamo prevedendo un calendario di riapertura di tutti gli sportelli al pubblico».
A quali condizioni? «Evitando le code: d’intesa con l’Ordine degli avvocati entrerà solo chi ha una comprovata esigenza o un appuntamento».
Installerete i termoscanner? «No, ma doteremo gli agenti in servizio agli ingressi di “pistole” per rilevare la temperatura. A giorni stabiliremo la procedura in caso di febbre. Non escludiamo la presenza di personale sanitario».
Più complessa appare la ripresa dei processi… «C’è un percorso già stabilito. Alle urgenze già tutelate in queste settimane aggiungeremo i processi che abbiano già esaurito la fase istruttoria, dove cioè mancano solo requisitorie, arringhe e sentenza e non sia più richiesta la presenza di testimoni o consulenti. Poi andremo avanti con i processi per reati di genere o violenza domestica.
Al civile, invece, precedenza alle cause più risalenti nel tempo, quelle già istruite o sui diritti fondamentali della persona».
È favorevole a un processo da remoto come qualcuno ha ipotizzato? «Nel penale non è possibile perché il codice prevede che sia pubblico. Nel civile, invece, stiamo spingendo molto sulle memorie scritte e le nuove tecnologie come la piattaforma Team».
E all’apertura ad agosto cancellando la pausa estiva? «Potrebbe essere una soluzione, ma spetta al ministero cambiare eventualmente la normativa».
Gli arretrati della giustizia si accumulano. «Non avrebbe senso spostare in blocco tutti i processi. Ogni presidente di sezione comunicherà i propri calendari e li rimoduleremo in modo da prevedere orari di inizio precisi per evitare sovrapposizioni».
Ci sono udienze molto affollate anche solo per numero di parti coinvolte. «Valgono le regole del distanziamento, alle quali si aggiungerà l’obbligo di mascherina m aula e il ricambio d’aria tenendo aperte porte e finestre. Abbiamo sanificato tutte le palazzine della cittadella e ogni giorno le aule verranno pulite con prodotti specifici».