Sulle note dell’inno nazionale che suonava in ogni cabinato, sventolando bandiere tricolori, circa 150 trattori sono entrati nel presidio di protesta degli agricoltori a ridosso della via Nomentana.
Il corteo è partito da Tarquinia, in provincia di Viterbo, e raccoglie di agricoltori del territorio. Al seguito anche fuoristrada e furgoni. I trattori sono stati accolti calorosamente dai manifestanti in presidio.
Insieme al numero dei trattori in presidio aumentano anche le pressioni sulla questura perché sia autorizzato un corteo che attraversi il centro della Capitale. In uno scambio di battute con un rappresentante delle forze dell’ordine all’interno del presidio, alcuni agricoltori hanno detto di essere “sempre pacifici, ma poi se qua comincia a piovere ognuno si assume la propria responsabilità per quello che può succedere”. I manifestanti, infatti, indicavano il fondo di terra dell’area presidiata che, alle prime piogge come quelle previste nei prossimi giorni, si trasformerà in pantano.
Al momento il clima tra i manifestanti è di festa: ci sono graticole su fuochi quasi sempre accesi, fiasche di vino e tra i trattori sono state sistemate tende da campeggio. In pochi sono dotati di camper o roulotte. Le riunioni in questura con i responsabili dei vari collettivi, al momento non hanno dato nessuna risposta. “La nostra richiesta è che ogni agricoltore con il proprio trattore arrivato a Roma per manifestare possa partecipare al corteo”, ha detto Davide Rosati, uno degli organizzatori di Riscatto Agricolo. “Contiamo di arrivare a un migliaio di trattori”, ha aggiunto. E forse è proprio la richiesta di far partecipare tutti i mezzi, e non una rappresentanza, a impedire un punto di incontro tra le istanze dei manifestanti e le concessioni della Questura. I manifestanti temono che la strategia delle forze dell’ordine possa essere quella di prendere tempo logorando gli agricoltori e aspettare che il numero cali. Il rischio, però, non sottovalutato dalle forze di sicurezza è che gli animi possano surriscaldarsi.
Intanto chi protesta raccoglie la solidarietà dei romani. Anna e Rosamaria hanno portato caffè, zucchero e dolci. “Siamo venute a portare solidarietà ai nostri agricoltori – hanno detto -. Abitiamo a Roma e questo è il presidio a noi più vicino. Siamo vicini a queste persone. La loro battaglia è la battaglia di tutti. Loro producono cibo e se glielo impediscono ci rimettiamo tutti”. Poco distante, al presidio di Formello sulla Cassia, organizzato dal collettivo “Agricoltori formellesi”, invece i trattori in corteo sulla strada provinciale stamattina procedevano a passo d’uomo e rallentavano il traffico. In testa c’era un “John Deere” da 110 cavalli guidato da una madre, Michela D’Alessio. “Alla protesta – ha spiegato – ho portato anche mia figlia di 5 anni. Nel trattore dietro, c’è mio marito con mio figlio di tre anni, c’è poi il primo figlio di 21 anni che guida lui stesso un terzo trattore. Qui stiamo parlando del loro futuro, sia quello alimentare che professionale. Se ci fermiamo noi non sappiamo neanche come sostenerli. Con il carogasolio, il prodotto sottopagato, non sappiamo come arrivare a fine mese, ma soprattutto ci troviamo a dire ai nostri figli di non portare avanti la cultura che tramandiamo da generazioni”.
L’obiettivo di tutti i gruppi di manifestanti è parlare con il ministero e ottenere garanzie per un impegno a rendere equi i costi dei prodotti e a contenere le spese di gestione a cominciare dal caro-gasolio. Le concessioni dell’Unione europea sul green deal “vanno bene, ma non bastano”, dice un manifestante mentre scalda le mani vicino a un fuoco.