Di formale non c’è mai stato nulla.
In più occasioni anzi la capogruppo pentastellata Roberta Lombardi ha affermato di non voler essere “la stampella del governatore”, votando anche in Aula per la sua sfiducia.
Ma che nel Lazio di Nicola Zingaretti i rapporti tra Pd e M5s siano stati finora improntati al dialogo e al confronto sui temi più che in altre amministrazioni (vedi, senza allontanarsi troppo, il Campidoglio) questo non è sfuggito agli osservatori delle vicende regionali. Tanto da far gridare più volte all’‘inciucio’, negli ultimi mesi, le forze del centrodestra.
E oggi che, da segretario Pd, Zingaretti ha esplicitamente aperto a un governo giallo-rosso, ecco che gli occhi puntano a ritroso sull’Aula della Pisana, in cui il dialogo è stato, fin dal primissimo giorno della legislatura, la proverbiale necessità che s’è fatta, almeno secondo un pezzo del Consiglio, una virtù.
A richiederlo del resto furono le urne, che consegnarono a Zingaretti la poltrona presidenziale, ma non la maggioranza dei consiglieri. E il neo-governatore, come Mattarella in questi giorni, avviò le sue ‘consultazioni’: “Siamo all’opposizione, ma pronti a lavorare sui temi concreti” disse allora Lombardi, che pochi mesi dopo – c’è chi lo chiamò ‘rodaggio’ – fece astenere i suoi sul bilancio.
Ma anche quando, lo scorso agosto, un ‘Patto d’Aula‘ stavolta formale con due eletti del centrodestra garantì finalmente al governatore la maggioranza aritmetica, da parte dei pentastellati la reazione fu pragmatica: “Continueremo a lavorare nel merito dei punti concreti”.
Il M5s è in realtà già ben inserito nella macchina della Regione Lazio: guida, in virtù dei risultati elettorali, commissioni pesanti come quella all’Ambiente e quella competente su Urbanistica, Casa e Rifiuti e non sembra un caso che l’economia circolare, uno storico tema del Movimento, appaia nel nuovissimo Piano rifiuti della giunta, che peraltro non prevede nuovi inceneritori.
La stessa Lombardi è a capo di una commissione speciale sui Piani di Zona e perfino il più oltranzista dei consiglieri, quel Davide Barillari censurato dallo stesso M5s per l’intransigenza no-vax, è presidente della commissione di Vigilanza.
Da qui un lavoro continuo, sul singolo emendamento, sui singoli temi di merito, allo scopo, disse chiaramente mesi fa Lombardi, “di portare qualcosa di utile per i cittadini”. Esempi? È solo del mese scorso l’approvazione di una legge proposta dal M5s sulla tutela delle aree a rischio, firmata anche dal centrosinistra; l’ampliamento del Parco dell’Appia Antica dello scorso settembre, benedetto dalla maggioranza, fu salutato dai pentastellati come un loro successo.
Dove, insomma, c’è convergenza di programmi, nulla osta a votare assieme. E forse è proprio a questo ‘protocollo Lazio‘ che pensa oggi Zingaretti, guardando alle Camere. Quando in Aula arrivò una mozione di sfiducia nei confronti di Zingaretti, che fu respinta, Lombardi e i suoi votarono però contro il governatore, e almeno fino a qualche mese fa si dissero pronti a fare lo stesso, se se ne fosse verificata l’occasione.
Chissà se, di fronte a un Palazzo Chigi giallo-rosso, questa posizione si ammorbidirà.
(Gabriele Santoro per Ansa)