Stamattina gli agenti della squadra investigativa del commissariato di polizia di San Giovanni di Roma e i carabinieri della stazione del Quadraro hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Roma nei confronti di tre persone (due in carcere ed una agli arresti domiciliari). Si tratta di tre romani (O.F. classe 88, T.C. classe 82 e C.V classe 91) con precedenti, contro i quali sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza per almeno 13 rapine aggravate dall’uso delle armi ai danni, di varie attività di ristorazione ed esercizi commerciali di Roma tra il mese di maggio e luglio 2018.
Le indagini hanno condotto ai tre giovani, ritenuti dei “rapinatori seriali”. Gli episodi erano localizzati in zona Arco di Travertino, Colli Albani, Tuscolano, Ostiense e Cinecittà. In particolare gli agenti della polizia giudiziaria del Commissariato della Polizia di Stato San Giovanni a seguito della rapina ai danni dell’esercizio “Acqua & Sapone” in zona Appio-San Giovanni commessa il 26.05.2018 da due individui armati di coltello, hanno iniziato l’indagine d’iniziativa finalizzata all’identificazione degli autori del reato.
Dalla prima analisi delle immagini i due autori risultavano coincidere per “modus operandi” e sembianze fisiche con gli autori di altre rapine per le quali già erano in corso indagini. Nella certosina analisi degli elementi raccolti e concordanti in tutti gli episodi di rapina, la Polizia Giudiziaria ha trovato convincimento investigativo nel ritenere che, gli autori delle rapine potessero risiedere o gravitare in zona sud della Capitale, in particolare in zona Quadraro. Allo stesso tempo i carabinieri della Stazione Quadraro hanno sviluppato una attività investigativa connessa alla rapina perpetrata da due individui armati di coltello il 05/07/2018 in danno del supermercato In’s di Piazza dei Tribuni, a seguito della quale riuscivano a risalire alla identità di uno degli autori. Gli spunti investigativi sviluppati dalle Polizia di Stato e Carabinieri, con il metodo “classico”, si sono basati sulla analisi dei filmati di video sorveglianza ed una intensa attività informativa svolta sul territorio che consentiva di risalire ai restanti componenti del gruppo criminale. La particolarità palesata dai rapinatori seriali era quella di agire sempre con i volti travisati con caschi da motociclista in maniera tale da impedire il loro riconoscimento, brandendo armi da taglio o bastoni, incutendo in tal modo timore alle vittime facendosi consegnare i soldi in loro possesso. E’ stato accertato inoltre che per la commissione delle rapine contestate erano soliti agire sempre con diversi motoveicoli risultati oggetto di furto. All’occhio esperto degli investigatori però non sfuggiva in alcuni episodi di rapina, il “sopralluogo” esterno fatto pochi minuti prima della consumazione, sopralluogo fatto con il volto scoperto, tali intuizioni consentivano di risalire alla identità degli altri due componenti del gruppo, la cui individuazione è stata ulteriormente suffragata dal rinvenimento nel corso delle perquisizioni domiciliari di tutti i capi di abbigliamento ed i caschi indossati dai rei nel corso della commissione degli eventi delittuosi. La complessa attività investigativa ha consentito di ricostruire 13 episodi nel totale, tutti della stessa specie ed addebitabili ai medesimi personaggi, che a conclusione degli atti di rito, sono stati associati presso la Casa Circondariale Regina Coeli.