Radio Radicale, manifestazione a Pasqua contro la chiusura

Ieri incontro del cdr nella sede della FNSI, con la camera ardente del giornalista Massimo Bordin ancora aperta

Sarà una Pasqua di impegno per Radio Radicale che domenica, nel giorno della festa, organizzerà a Roma a piazza della Madonna di Loreto una grande manifestazione per far sentire forte la propria voce contro il rischio concreto di chiusura dovuto al taglio dei fondi pubblici.

Ieri pomeriggio, nella sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, con la camera ardente dell’amico e giornalista storico Massimo Bordin ancora aperta, i giornalisti del Cdr e il direttore Alessio Falconio hanno fatto il punto sulla situazione presente e sul possibile futuro dell’emittente insieme ai rappresentanti della FNSI.

Con volti cupi, ma ancora più determinati proprio nel ricordo della professionalità e della libertà di pensiero del collega appena scomparso, i giornalisti della radio fondata nel 1976 hanno ribadito che “la questione è politica: abbiamo chiesto un incontro con Di Maio ma non ci è stato neppure risposto. Nessun colloquio nemmeno con il sottosegretario Crimi. Ma senza una proroga, la radio chiude”.

La convenzione con il Mise scadrà il prossimo 20 maggio: i 53 dipendenti di Radio Radicale più tutti i collaboratori se verranno meno i fondi perderanno il posto di lavoro, mentre l’Italia vedrà spegnersi la voce libera di “un’emittente da 43 anni nel mondo dell’editoria, una realtà privata ma che ha prodotto un modello di servizio pubblico con un enorme archivio di documenti unici”, dicono ancora i giornalisti del Cdr.

“Tra la Lega e i 5 Stelle ci sono parlamentari che ritengono legittima la nostra battaglia, anche la presidente del Senato Casellati ci appoggia: speriamo che il consenso si allarghi e il Governo ci ripensi”, ha auspicato il direttore Falconio, invitando “tutti coloro che difendono la radio a venire in piazza domenica”. Che si tratti di una questione politica e ideologica sono convinti anche i vertici di FNSI, che sperano in un decisivo e prossimo intervento nelle sedi parlamentari.

“Dalle emozioni si passi alle mozioni: le dichiarazioni dei parlamentari sono commoventi ma poi si va in aula e si vota, non ci sono alibi. Attendiamo un emendamento nelle prossime ore”, ha detto Beppe Giulietti, presidente FNSI, ribadendo di aspettare anche l’intervento di “Agcom che continua a non parlare, e che dovrebbe tutelare il pluralismo”.

Chiara anche la posizione del presidente sulla trattativa che la Rai starebbe portando avanti su un’eventuale acquisizione di Radio Radicale: “La Fnsi non si fa trascinare da nessuno. Non ci sarà nessuna iniziativa se non sarà Radio Radicale a dire che cosa serve e con quali modalità. Perché in una vicenda così delicata, ho sentito parlare della Rai, qualunque iniziativa non concordata con i titolari può dar vita al disastro”, ha affermato, “qualcuno può essere interessato ad avere due frequenze appetibili o magari ad avere l’archivio. Ma non è interessato al funzionamento della radio in quanto tale. Questo non è un prodotto che si può vendere al pezzo al supermercato, è un ragionamento complessivo. Noi ci muoveremo solo su vostra indicazione: questa è la nostra garanzia”.

“La Federazione nazionale della Stampa auspica che gli appelli di queste ore diventino presto atti parlamentari e che si crei un fronte trasversale per avere un emendamento che permetta a Radio Radicale di continuare”, ha detto il segretario generale FNSI Raffaele Lorusso, ritenendo grave il fatto che l’appello rivolto dal Cdr dell’emittente al ministro del lavoro Di Maio sia “caduto nel vuoto: prendo atto che evidentemente a lui non interessa la crisi dell’editoria e dell’informazione”.(fonte Ansa)

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