Dimissioni in caso di condanna il 10 novembre? “Ne riparliamo la settimana dopo”. Virginia Raggi rimanda al prossimo mese la risposta ad una delle domande più insistenti degli ultimi tempi: quella sul futuro della sua amministrazione dopo la sentenza del processo che la vede imputata per falso prevista il 10 novembre. “Io sono molto serena”, premette. E commentando i recenti attacchi della Lega diventa ancora più chiara: “Penso che la Lega può iniziare a fare la campagna elettorale tra tre anni. E nel frattempo noi continuiamo a lavorare”.
Intanto escono fuori dalla manovra 180 milioni per riparare le buche di Roma. La richiesta era stata avanzata al Mef dal ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli, raccogliendo gli auspici del Campidoglio. Si chiedeva “l’erogazione diretta a Roma Capitale di 60 milioni per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021”. Ma la norma per ora è stata rifiutata. E se il M5S punta a recuperare lavorando sugli emendamenti, il Pd parte all’attacco per voce dei deputati Roberto Giachetti e Luciano Nobili: “L’esecutivo ha, di fatto, scaricato la sindaca di Roma”.
Nell’anticipazione di un’intervista che andrà in onda oggi a PiazzaPulita su La7, la prima cittadina commenta le proteste di una parte della cittadinanza rispetto al suo operato: “Non mi sento isolata. Ascolto i cittadini. Anzi, ritengo che sia giusto che i cittadini in qualche modo facciano sentire la loro voce, esattamente come facevamo noi. Li ascolto. Ci parlo. Ci parlo sempre. Molti mi dicono di andare avanti, altri mi criticano”.
Secondo un’interpretazione del codice etico M5S in caso di condanna la sindaca dovrebbe dimettersi. E c’è chi in giunta – dopo aver ribadito la certezza nell’assoluzione di Raggi – giura che non ci sono exit strategy: nel più fosco degli scenari lei sarebbe pronta a fare un passo indietro facendo cadere l’amministrazione. Ma fuori da Palazzo Senatorio sono diversi gli scenari che si rincorrono: dall’ipotesi che la sindaca, anche se condannata, vada avanti senza simbolo, a quella che si autosospenda. Quest’ultima strada porterebbe il vicesindaco Luca Bergamo (che proprio di recente ha dichiarato che a suo avviso si dovrebbe andare avanti in ogni caso) a prendere le redini dell’amministrazione per un periodo. E in tale frangente, magari, il Movimento potrebbe avviare una consultazione interna tramite la piattaforma Rousseau per definire il da farsi.
Anche in caso di dimissioni, poi, qualcuno sottolinea che – come accadde nel caso di Ignazio Marino – queste sono revocabili entro 20 giorni. A non essere affatto certa che l’esperienza Raggi sia al capolinea è anche un’acerrima avversaria della sindaca a 5 Stelle: “Secondo me su Roma vi state lanciando in avanti – dice la leader di FdI Giorgia Meloni -. A me non sembra che si andrà a votare la prossima primavera, che Raggi una volta condannata sicuramente si dimetterebbe, aspetto a vedere”.
Dopo la manifestazione di protesta che la scorsa settimana ha invaso il Campidoglio con lo slogan ‘Roma dice basta’, per il 9 novembre – giusto un giorno prima della sentenza – supporter della sindaca stanno organizzando un sit-in in suo favore nella stessa piazza. “Venerdì 9 novembre, ore 15,30, piazza del Campidoglio: incontriamoci per stringere Virginia in un grande abbraccio! Virginia è la nostra Sindaca e non è sola”, recita l’evento creato su Fb. (fonte Ansa)