Raggi, insulto Salvini? Se fossi uomo critiche di merito

"C'è veteromaschilismo, poverini... Da donne scarsa solidarietà"

Il sindaco di Roma Virginia Raggi Matteo Salvini

“Salvini mi avrebbe insultata anche se fossi stata un uomo? Non sono nella testa di Salvini, ma direi di no. Gli uomini si criticano tra di loro sul merito, verso le donne si scivola invece spesso verso l’insulto”. Cosi’ la sindaca di Roma Virginia Raggi, intervistata dal Gr1 Rai, in merito all’episodio del leader della Lega che ieri, riferendosi a lei, aveva detto: “Ma questa e’ scema proprio, poverina”.

“Siamo in un Paese veteromaschilista – ha aggiunto la sindaca Raggi – e alcuni esponenti dei partiti fanno capire quale concezione abbiano delle donne… poverini”. Alla domanda se le fosse mancata un po’ di solidarieta’ in piu’ da parte delle altre esponenti politiche donne, Raggi ha risposto: “Molto piu’ di ‘un po” di solidarieta’ mi e’ mancata. Io sono vittima di attacchi e insulti sessisti da prima che mi sedessi in Campidoglio, gia’ dalla campagna elettorale. C’e’ scarsa solidarieta’ dal mondo femminile, ed e’ un peccato: se gia’ noi donne non facciamo scudo – ha concluso Raggi – sara’ difficile cambiare la mentalita’ degli uomini”.

Intanto la prossima data in rosso per la sindaca e’ il 14 dicembre, quando arrivera’ il verdetto d’appello sul caso Marra. La collega torinese Chiara Appendino, condannata, s’e’ autosospesa dal M5s e ha rinunciato al secondo mandato. Solo qualche giorno fa il suo endorsement dalle colonne del ‘Fatto Quotidiano’: “Spero che Virginia si ricandidi, perche’ penso possa vincere”.

Raggi ha spiegato oggi che lei, pero’, non fara’ un passo indietro neanche in caso di condanna: “Io vado avanti – ha detto – In questo momento la citta’ ha bisogno di una guida sicura. Io sono onesta, sto governando la mia citta’, sto portando avanti provvedimenti che sono fondamentali”. Ne’ le pesano le riserve, anche dentro le mura del Campidoglio, di parte del M5s. E il veto del Pd? “Sono determinata, la mia paura e’ che si torni al passato” dice, Insomma, Raggi e’ in campo, sia sull’amministrazione ordinaria (“spostate bancarelle all’Eur”) che sulla straordinaria, come lo Stadio della Roma: “Si fara’: e’ un’opera portata avanti da privati, devono loro scegliere dove farlo – afferma – La precedente proprieta’ voleva Tor di Valle e noi siamo andati su quel sito, ma siamo aperti qualora ci fosse una diversa idea”. “Che faccia tosta – la replica del Pd – ora scarica la responsabilita’ sulla societa’”.

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