Ragione Lazio: per Zingaretti torna priorità

Lasciata la segreteria Pd il Governatore si concentra sull’alleanza giallo-rossa alla Pisana e sulle vaccinazioni da accelerare

Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti inaugura un nuovo centro vaccini all'Auditorium Parco della Musica di Roma

La dolorosa rinuncia a guidare il Pd fatta nei giorni scorsi da Nicola Zingaretti, con la sua lettera di dimissioni da Segretario nazionale del partito, ha portato un certo sconquasso all’interno dei democratici, ma ha anche comportato un certo vantaggio per i cittadini della Regione Lazio: il loro presidente, per l’appunto Zingaretti, è tornato.

Per la verità, il “governatore” non se ne era mai andato perché, pur chiamato a dirigere il Pd a livello nazionale, non aveva rinunciato a continuare ad amministrare il Lazio.  Ma è indubbio, con tutte le gatte da pelare sia dentro il partito che fuori (alleanze e crisi di governo in primis) nel periodo trascorso dalla sua elezione a segretario, non ha potuto occuparsi a tempo pieno della Regione,  delegando molto ai suoi più stretti collaboratori. E qualche effetto negativo si è registrato in questo  periodo di pandemia che sta provocando non pochi disagi, sia sociali che economici.

Ora, invece, libero dei problemi del Nazareno e delle diatribe tra correnti, Zingaretti è tornato alla Pisana con un nuovo piglio, cercando di dare una sterzata alla vita amministrativa della Regione. Un primo passo è quello di portare a termine nel più breve tempo possibile la vaccinazione della popolazione laziale. Un’impresa non da poco che, per la verità, oltre che dalla capacità di operare da parte delle strutture sanitarie regionali, dipende soprattutto dalla fornitura dei vaccini da parte delle case farmaceutiche e dai tempi della loro suddivisione da parte dell’apparato centrale dello Stato alle 20 regioni italiane.

Il secondo passo consiste nell’allargamento della maggioranza. I numeri sui quali si regge la giunta Zingaretti sono infatti esigui e, fino ad oggi, il centrosinistra ha potuto contare sulla divisione delle opposizioni e, in particolare, con il rapporto intrattenuto in questi anni con il M5S, guidato alla Pisana da Roberta Lombardi. La consigliera cinquestelle non ha mai mancato di rimarcare come sui programmi ci sia una certa intesa con il Pd, in particolare dalla nascita del governo giallo-rosso di Giuseppe Conte. Ora sia Zingaretti che la Lombardi sono più che intenzionati a trasformare questo rapporto in una vera alleanza, con il probabile ingresso in giunta di due esponenti pentastellati.

Questa operazione è stata già avviata, nonostante i mugugni di una parte dei cinquestelle e di una parte del Pd regionale. Andrà in porto? Molto probabilmente sì perché Beppe Grillo vede il futuro del Movimento da lui fondato in una coalizione di sinistra insieme con Pd e LeU.

Certo, a meno di cambiamento delle regole in vigore nel M5S, bisognerà consultare la base degli iscritti pentastellati attraverso la Piattaforma Rousseau, ma le precedenti consultazioni on-line hanno sempre seguito le indicazioni dei vertici, ratificando in pratica decisioni già prese. Quindi, a meno di clamorosi colpi di scena, vedremo a giorni o a settimane la trasposizione alla Pisana dell’alleanza giallo-rossa.

Con una maggioranza larga – e si spera poco rissosa – Zingaretti potrà affrontare più serenamente gli anni che mancano alla fine del suo mandato tentando di risolvere i molti problemi (ambiente, trasporti, sanità in primis) che ancora fanno penare i cittadini laziali. Ora, infatti, la Regione è tornata ad essere la priorità.

 

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