Resteranno alla Caritas le monete della Fontana di Trevi

Un ruolo di mediazione importante lo avrebbe avuto il card. Konrad Kraiewsky, Elemosiniere del Papa e vero motore delle azioni di solidarietà di Francesco nella città di Roma.

Il fine settimana ha portato consiglio. Le monetine della Fontana di Trevi rimarranno alla Caritas. “La Caritas e tutte le migliaia di persone assistite dai suoi operatori possono stare tranquille. Garantisco io, in prima persona, che non verrà mai meno il contributo di questa amministrazione”. Lo dice la sindaca di Roma Virginia Raggi all’Osservatore Romano parlando della questione delle monete raccolte alla Fontana di Trevi.

E da quando apprendiamo, un compito importante in tutto lo questo lo avrebbe avuto il card. Konrad Kraiewsky, Elemosiniere del Papa e vero motore delle azioni di solidarietà di Francesco nella città di Roma.

“Per quanto riguarda le monetine, confermo che resteranno a disposizione delle attività caritatevoli dell’ente diocesano. Nessuno ha mai pensato di privare la Caritas di questi fondi”, afferma Raggi.

Spetterà all’Acea il compito della raccolta e della quantificazione delle monete. Sottratto il compenso per questa attività — si calcola circa duemila euro — in virtù di un apposito protocollo i fondi saranno trasmessi alla Caritas diocesana. La sindaca questa mattina, lunedì, ha contattato la presidente di Acea, Michaela Castelli, la quale ha assicurato il suo appoggio a tale soluzione. Si supererà così l’obbligo imposto dalla Ragioneria generale di far transitare l’importo delle monete nel bilancio comunale, che aveva condotto, secondo quanto spiegano dal Campidoglio, alla sospensione della convenzione con la Caritas.

Si tratta un milione e mezzo di euro l’anno, a cui vanno aggiunte le monete raccolte nelle altre fontane della Capitale che saranno destinate all’organismo caritativo diocesano, per un totale approssimativo di 200 mila euro aggiuntivi.

Per la sindaca, “ le parrocchie rappresentano un baluardo importante per la tenuta del territorio. Spesso le parrocchie e i centri di volontariato rappresentano le frontiere all’interno della città, il luogo in cui ci si confronta e si cresce insieme”.

A Roma sono almeno diecimila i senzatetto, e migliaia le famiglie indigenti che vengono assistite negli empori della solidarietà.

 

 

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