Riduce in schiavitù l’ex compagna, arrestato 32enne romano

E quando lei cerca di ricostruirsi una vita, la perseguita

Un romano di 32 anni è stato arrestato perché indagato per riduzione in schiavitù e gravi atti persecutori contro la ex compagna. In particolare, nel pomeriggio del 30 agosto la Squadra mobile di Roma ha rintracciato ad Amelia (TR) il 32enne romano A.B., indagato per riduzione in schiavitù e gravi atti persecutori nei confronti della ex compagna, in esecuzione dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Roma.

Le indagini, coordinate dai magistrati del gruppo Antiviolenza della Procura di Roma e svolte dagli investigatori della IV sezione della Squadra mobile, specializzata nel contrasto alla violenza di genere, hanno accertato, in tempi rapidi, la particolare gravità dei comportamenti denunciati dalla vittima. Dalle indagini, il 32 enne risulta essere un uomo pericoloso, già gravato da numerosi precedenti penali e con una personalità prepotente e aggressiva.

L’uomo, con gravi condotte violente, fisiche e psicologiche e minacce di morte, impediva alla compagna di uscire di casa e di avere contatti con i familiari, la picchiava selvaggiamente e, nel corso di uno dei suoi violenti sfoghi, ha lanciato il gatto domestico dalla finestra.

La donna è stata ridotta in uno stato di sudditanza psicologica tale da costringerla a elemosinare, rubare e aiutarlo nello spaccio di stupefacenti, nonché a contrarre un fittizio matrimonio con un uomo extracomunitario in cambio di denaro, al fine di pagare i debiti contratti per la droga. La vittima, prendendo coraggio dall’esigenza di proteggere la figlia appena nata ed esasperata da una situazione sempre più insostenibile, ha deciso di chiedere aiuto al telefono rosa, ed è stata collocata in una struttura protetta.

Ma l’incubo, per lei, non è terminato. Alla fine del percorso di sostegno è tornata a casa e ha cercato di ricostruire la sua vita senza l’ex compagno, ma per l’uomo quella era una scelta inaccettabile. Così, in preda a una vera e propria ossessione, ha ricominciato a minacciare di ucciderla e di sottrarle la figlia per portarla lontano. La vittima, temendo seriamente per la propria incolumità e per quella della figlia, ha deciso di raccontare ai poliziotti la sua terribile e sofferta storia di violenza, durata più di dieci anni. L’indagato, che già si trovava agli arresti domiciliari a seguito di una rapina, ha varcato nuovamente le porte del carcere.

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