Cartoni che restano per le strade anche per più giorni. E che, quando piove, si bagnano e diventano poltiglie difficili da pulire. Bidoni dell’umido che non riescono a trattenere gli olezzi per la gioia dei residenti, senza dimenticare i sacchi pieni di bottiglie di plastica, che qualche turista scambia per installazioni di arte contemporanea. Scene ormai frequenti davanti ai negozi, bar, ristoranti e laboratori del Centro e della periferia, con Ama – in una fase nella quale il Comune accelera sull’operazione decoro – che prova a invertire la rotta sulla raccolta delle Und, le utenze non domestiche.
Da gennaio – per tenere la città più pulita – tutte le operazioni di ritiro saranno concentrate in una sola fascia, quella serale dalle 20 alle 21.30: sia per ottimizzare le forze in campo sia, soprattutto, per togliere l’immondizia davanti agli esercizi pubblici, con tutto quello che comporta in termini sanitari e di decoro.
Spiegano a ‘Il Messaggero’ da via Calderón de La Barca: “Attualmente ci sono persino sette diversi momenti della raccolta in una stessa giornata, con i camioncini che passano anche quando non c’è nulla da raccogliere. Senza contare il caos sul versante del traffico. E questo non migliora certamente il servizio: dopo i tagli agli appalti esterni per le Und voluti dalla precedente amministrazione di Ama, la raccolta differenziata davanti a negozi, bar e ristoranti è crollata al 50 percento, lontana dal 70per cento che sarebbe il livello minimo accettabile”.
Risultato? “I negozianti e i titolari di bar e ristoranti, esasperati perché il materiale resta fuori dalle loro vetrine, buttano i rifiuti nei cassonetti che dovrebbero utilizzare soltanto le famiglie, creando ulteriori problemi agli operatori della raccolta”.
A Roma sono circa 36mila le utenze non domestiche servite da Ama ogni giorno. Le aziende, poi, pagano con la Tari il doppio rispetto al resto d’Italia. Non a caso l’ultimo bando lanciato dall’azienda su questo versante valeva oltre 150 milioni di euro, quasi un sesto dell’importo totale del contratto di servizio pagato da Roma Capitale. Un appalto che ha registrato non pochi problemi.
Dopo alcune inchieste giornalistiche che avevano dimostrato che le ditte incaricate non ritiravano i rifiuti, via Calderón de La Barca ha tagliato alcuni fornitori, “intenalizzando” nel 2020 il grosso di queste operazioni.