Rifiuti: disastro ambientale Malagrotta, Cerroni condannato a 6 anni, Legambiente “vittoria”

Con la sentenza emessa ieri i giudici hanno condannato gli imputati anche al risarcimento dei danni in favore delle costituite parti civili, tra cui il Comune di Roma e la Regione Lazio, disponendo una provvisionale totale di 500 mila euro.

La Corte di Assise di Roma ha condannato a 6 anni e 4 mesi Manlio Cerroni e a tre anni il suo braccio destro Francesco Rando nel processo nato dall’inchiesta per disastro ambientale sulla discarica di Malagrotta.

Con la sentenza emessa ieri i giudici hanno condannato gli imputati anche al risarcimento dei danni in favore delle costituite parti civili, tra cui il Comune di Roma e la Regione Lazio, disponendo una provvisionale totale di 500 mila euro. Per l’ex patron della discarica Cerroni, che ha 97 anni, la procura aveva sollecitato 17 anni di carcere. Soddisfatta Legambiente che commenta: “La condanna per disastro ambientale nei confronti del proprietario di Malagrotta è una sentenza storica nel nome del popolo inquinato che rende giustizia a tutti quelli che hanno combattuto per tanti anni contro il disastro dei rifiuti a Malagrotta e tutti quelli che combattono ancora per l’economia circolare e la difesa dell’ambiente, nella Capitale come in tutto il paese – affermano il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, e il presidente di Legambiente Lazio, Roberto Scacchi -. Quella che è stata per decenni la più grande discarica d’Europa, ha generato una ferita ambientale spaventosa, chi doveva fermare l’inquinamento terribile che questa provocava non lo ha fatto e l’esito del processo lo conferma indiscutibilmente”.

“La sentenza arriva oggi dalla Corte d’Assise del Tribunale di Roma – sottolineano i rappresentanti di Legambiente – dopo un processo penale durato oltre 10 anni nel quale Legambiente è parte civile. Non possiamo che ringraziare l’avvocato Maria Dolores Furlanetto del nostro Ceag (Centro d’azione giuridica) che ha seguito il processo in tutti questi anni con impegno e costanza, oggi è stata fatta giustizia nelle aule di tribunale e continueremo a presidiare quei luoghi, ma continueremo anche a chiedere che sia fatta giustizia a Malagrotta. Nella discarica sono entrate per decenni oltre quattromila tonnellate al giorno di rifiuti, ora la sfida è la bonifica, che sarà portata avanti grazie al lavoro della struttura del commissario generale Giuseppe Vadalà, in danno alla proprietà, per la quale aspettiamo l’avvio proprio nelle prossime settimane e che dovrà avvenire con tutte le tecnologie migliori e una indissolubile sinergia, tra istituzioni di tutti i livelli, associazionismo ambientale e cittadinanza”, concludono Ciafani e Scacchi.

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