È stata dissequestrata la discarica di Roncigliano (Albano Laziale). Il provvedimento, riferisce la procura di Velletri, è scattato dopo l’istanza presentata dalla società Ecoambiente che nel frattempo ha provveduto “al deposito di idonee garanzie finanziarie previste per la cosiddetta gestione post mortem dell’impianto, della durata di trent’anni una volta cessata la fase attuale di gestione corrente”.
La regolarizzazione del sito è avvenuta attraverso “costituzione di un deposito bancario vincolato e a disposizione della Regione Lazio per future esigenze di salvaguardia ambientale del sito” e “ha inciso positivamente sull’osservanza delle condizioni di efficacia dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) a suo tempo rilasciata e ha di conseguenza rimosso quella situazione di ritenuta illecita” che l’11 marzo scorso aveva portato al sequestro dell’area. Alla guardia di finanza spetteranno i futuri e periodici controlli.
L’amministrazione capitolina – scrive oggi il dorso locale del Corriere della Sera – che ha attivato 13 sbocchi per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, è pronta a ripristinare l’opzione Albano entro una settimana, dieci giorni al massimo: le proporzioni, ovvero quanti scarti accoglierà l’invaso dei Castelli, verranno decise di concerto con la Regione.
Ma, fa notare il Corriere, se Roma tira un sospiro di sollievo, insorgono invece i comuni dell’area metropolitana sui quali pesa la decisione: “La riapertura della discarica si somma alla proposta, mai smentita, di costruire un enorme termovalorizzatore a Santa Palomba: su quel quadrante si stanno sommando criticità che potrebbero segnare per sempre la qualità della vita delle future generazioni – interviene il sindaco di Albano, Massimiliano Borelli – Confidiamo che si rispetti il nostro territorio affinché non diventi il luogo dove trasferire tutte le questioni irrisolte sulla gestione dei rifiuti tramite decisioni unilaterali”. All’appello hanno aderito anche i sindaci di Ariccia, Ardea, Castelgandolfo, Genzano e Pomczia.