Raggi rilancia: chiuderemo i campi rom, le precedenti amministrazioni lo hanno annunciato ma noi lo faremo davvero. Le reazioni in queste ore da parte delle organizzazioni che si occupano di integrazione dei nomadi sono discordanti, anche se non mancano le critiche per un annuncio di cui ancora mancano i dettagli.
Quello dei campi nomadi è un problema che si trascina da 30-40 anni, senza che ci sia stata soluzione, a fronte però di numeri tutto sommato modesti: circa 7 mila persone, distribuiti in una ventina di insediamenti tra formali e informali, mentre nel resto del Lazio ci sono una ventina di baraccopoli.
“Un piano vuoto e confuso”, lo definisce l‘associazione 21 luglio. “Dall’uso dei fondi europei ad un Patto di Responsabilità, da un generico incremento occupazionale ad un vago sostegno economico: una serie di principi vengono scanditi in successione senza che vengano indicati tempistiche, priorità, obiettivi, azioni. Nel Piano – secondo 21 luglio – c’è un deficit di conoscenza del fenomeno (i rom in emergenza abitativa della Capitale non sono 4.500 in 9 “villaggi” bensì 5.300 in 19 insediamenti formali e 2.200 in insediamenti informali) e di visione strategica. Nel Piano presentato dalla Giunta Raggi vengono elencati principi generali senza però affrontare nel dettaglio ogni singola problematica.
Ed ancora, dice l’organizzazione presieduta da Carlo Stasolla, “sul tema della scolarizzazione dei piccoli rom si prevede il ” contrasto dell’abbandono scolastico’. Non viene detto nulla su quali azione promuovere”.
Un piano animato solo da “buoni propositi, invece che da una strategia per affrontare di petto la questione”, anche sul fronte dell’occupazione e della casa”, afferma 21 luglio.
Più caute le organizzazioni cattoliche, Caritas e Sant’Egidio in testa, che aspettano di vedere nel dettaglio le proposte e capire come sarà messo in pratica il piano.
Certo è che ci vorranno almeno un paio di anni per far chiudere i campi più affollati di La Barbuta e La Monachina. Bisognerà agire con attenzione per non sprecare i 3,8 milioni di euro messi a disposizione dalla Ue e fatti arrivare nella Capitale dal Commissario Tronca.