Roma 1: vittoria Gualtieri premia governo

Staffetta alla Camera fra Gentiloni e il superminstro dell'economia. Confermata debacle M5S

Come era ampiamente previsto, Roberto Gualtieri ha vinto, anzi stravinto,  nelle elezioni suppletive del collegio Roma 1 di domenica primo marzo. Il superministro dell’Economia, appoggiato dall’intera coalizione di centrosinistra (ovvero anche con LeU che nel 2018 aveva corso da sola),  ha conquistato il 62,2% dei voti distanziando il candidato del centrodestra, Maurizio Leo di FdI, di 36 punti e passa. L’ex assessore della giunta Alemanno si è infatti fermato al 26%. Peggio ancora è andata per la candidata del M5S, Rossella Rendina, che ha raccolto solo il 4,3% dei suffragi.

Per Gualtieri, quindi è stato un grande successo, perché è andato ben oltre le sue attese, anche se un così ampio consenso lo si deve anche, probabimente, al forte astensionismo che ha caratterizzato il voto di domenica. Infatti, si è recato alle urne solo il 17,66 per cento degli aventi diritto, ovvero hanno votato solamente 32.880 elettori sui 186,234 iscritti alle liste elettorali (due anni fa, quando fu eletto Paolo Gentiloni ora commissario europeo, l’affluenza alle urne fu del 73,77%). Sarà per la paura di contagi di coronavirus ai seggi, sarà perché domenica era una giornata ecologica, sarà infine perché la vittoria del ministro era data per scontata da quasi tutti, fatto sta che il crollo dei votanti è stato vertiginoso: ben il 56,11 per cento in meno rispetto al 2018.

Il seggio di Roma 1 è quindi rimasto saldamente nelle mani del centrosinistra e la vittoria di Gualtieri è stata interpretata, anche dal ministro, come gradimento della politica economica del governo, soprattutto in un momento come questo quando si fanno oltremodo sentire gli effetti dell’epidemia del coronavirus che sta interessando soprattutto le tre regioni, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, che costituiscono largamente a formare il pil italiano, i cui apparati produttivi sono stati largamente colpiti dalle misure restrittive adottate dall’esecutivo e dalla regioni stesse per bloccare il diffondersi di questo morbo.

Mentre a sinistra, quindi, si festeggia, nel centrodestra e nel Movimento 5 Stelle si riflette. Per Fratelli d’Italia, di cui Leo è un esponente, il voto che ha ampiamente premiato Gualtieri è dovuto anche ad un “vulnus democratico” in quanto, anche in presenza del silenzio elettorale, il ministro ha goduto di ampi spazi sui media, con interviste ed altro, nella sua veste di titolare dell’Economia che sta studiando le mosse ed i provvedimenti da adottare per affrontare la difficile congiuntura.

Quanto ai pentastellati, il tracollo di domenica (il movimento ha perso quasi i tre quarti del suo elettorato rispetto al 2018, passando dal 16,8 per cento al 4,3%) sembra attestare che il fealing tra larga parte dell’elettorato ed i grillini, come dimostrato anche dalle varie elezioni regionali di questi due anni, sia finito e che tanti di coloro che avevano permesso il grande successo nelle ultime politiche con il 33-34% dei voti sono tornati a rifugiarsi nell’astensionismo oppure a sostenere le due coalizioni, ormai storiche, di centrosinistra e di centrodestra. Il voto romano rappresenta, dunque, un ulteriore e pesantissimo campanello d’allarme per i pentastellati. A Roma, infatti, il prossimo anno, ovvero nel 2021, si andrà alle urne per eleggere sindaco e consiglio comunale. Con questi chiari di luna, non soltanto sarà difficile mantenere la fascia tricolore di primo cittadino della Capitale, ma il Movimento non arriverà nemmeno al ballottaggio.

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