A trent’anni dalla strage di Capaci, questa mattina, in piazza San Silvestro a Roma, si è celebrata la cerimonia di inaugurazione della Teca che custodisce i resti della “Quarto Savona Quindici”, nome in codice della Croma blindata su cui viaggiavano gli uomini della scorta di Giovanni Falcone: Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Alla cerimonia sono intervenuti il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e Tina Montinaro, presidente dell’associazione “Quarto Savona Quindici” e moglie del caposcorta Antonio. L’esposizione della Teca è stata promossa dalla Regione Lazio in collaborazione con il Comune di Roma, la Polizia di Stato, l’Associazione “Quarto Savona Quindici” e Acea e potrà essere visitata fino al 29 maggio e dal 31 maggio al 2 giugno in piazza San Silvestro.
“È il simbolo di uno degli eventi più terribili della storia d’Italia. La Quarto Savona Quindici rappresenta un monito perenne per non dimenticare la strage di Capaci e tutte le vittime innocenti delle mafie – afferma il governatore Zingaretti -. Abbiamo sentito il dovere di organizzare nel trentesimo anniversario della strage di Capaci la tappa romana di un viaggio che, grazie a Tina Montinaro e alla Polizia di Stato, percorre le città dell’Italia per affermare che la memoria di uomini straordinari che hanno perso la vita per la democrazia è viva solo se tutti insieme riusciamo a trasformarla in impegno quotidiano contro tutte le mafie. Non è un caso che abbiamo voluto esporre l’auto della scorta tre giorni dopo il trentennale della strage di Capaci perché è giusto ricordare nel giorno gli anniversari ma la lotta alle mafie si fa tutti i giorni con i comportamenti individuali e collettivi, 365 giorni l’anno. Iniziare questi sette giorni di esposizione è dare un segnale ai mafiosi: la lotta alla mafia continua e continuerà ogni giorno. A fine giugno pubblicheremo l’ennesima edizione di Lazio senza mafie il più puntuale rapporto della presenza delle famiglie mafiose nei comuni del Lazio e nei quartieri di Roma perché si sappia e nessuno possa parlare di omertà e di silenzi”, conclude Zingaretti.
“È un onore essere qui – dichiara il sindaco Gualtieri -. Vedere questa carcassa d’auto è doloroso, ferisce la sensibilità di chiunque ma è necessario perché aiuta a comprendere in maniera diretta cosa è stata ed è la violenza della mafia che si è abbattuta contro dei servitori dello Stato ma che in realtà era rivolta verso ciascuno di noi, perché la violenza della mafia punta a togliere libertà alle persone. È importante vedere tanti giovani qui onorare gli eroi della nostra libertà. L’impegno civico è fondamentale, la mafia si batte con la repressione e i controlli, perché la mafia c’è e noi dobbiamo essere attenti, ma si batte se a fianco di tutto ciò c’è una partecipazione consapevole dei cittadini”, conclude il sindaco.
“Trent’anni fa pensavano di aver vinto invece la ‘Quarto Savona’ continua a camminare e a macinare km. La portiamo in tutta Italia per far vedere ai giovani quello che ha fatto la mafia e di cosa è capace”, sottolinea la vedova Montinaro. Alla cerimonia, presenti anche il prefetto Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato, Gianpiero Cioffredi, presidente dell’Osservatorio per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio, e il sottosegretario con delega alla Sicurezza, Franco Gabrielli. “È un orrore raccontato attraverso una serie di dettagli che fanno storia – aggiunge Cioffredi -. La storia di un viaggio che non finisce con il tritolo del 23 maggio perché continua a generare la speranza che le mafie non sono invincibili”.