Roma: assediata dal clima, nessuno la difende

Ogni problema della Capitale ha un risvolto ambientale. Urge un piano di interventi a lungo termine per contenere il disastro ‘’annunciato’’

Negli ultimi anni ogni evento climatico,  come il vento di questi giorni, che ha provvocato l’ennesima caduta di alberi, ha sulla Capitale effetti disastrosi. Per non dire dell’impatto violento della pioggia: + 194 millimetri in media su Roma rispetto alle serie storiche.

Inconcepibile che in questi anni le Amministrazioni che si sono succedute non abbiano pensato di contenere le continue emergenze,  attraverso un progetto di interventi a lungo termine e adeguati finanziamenti. Tanto più che gli esperti da tempo avvertono che  la sfida climatica si gioca soprattutto sulle città, che da un lato sono la principale causa  di inquinamento e dall’altro,  con i  loro abitanti, sono vittime dei cambiamento climati.

Il comune italiano più vulnerabile 

Secondo un rapporto di Legambiente dello scorso novembre Roma è di gran lunga il comune italiano più vulnerabile all’emergenza climatica. Nell’ultimo decennio è stata colpita da 47  fenomeni estremi, di cui ben oltre la metà allagamenti, con 28 giorni di stop gravi alle infrastrutture dei trasporti, oltre 2000 beni del patrimonio culturale a rischio, 600 decessi per problemi circolatori e cardiovascolari legati alle ondate di calore.

Il grande problema di Roma sul quale i candidati sindaci farebbero bene a confrontarsi è comunque il suo rapporto con l’acqua. “I modelli idraulici sono basati su serie storiche che non valgono più, ora che il clima è cambiato. Il rischio di esondazione del Tevere è concreto, guardano ai grandi muraglioni ma il vero problema è all’altezza di Ponte Milvio”. Sono parole di Andrea Filpa, docente di pianificazione urbana all’Università Roma Tre – riportate in un articolo di Ferdinando Cotugno pubblicato da ‘’Domani’’ alcuni giorni fa –  che considera Roma una bomba climatica pronta a esplodere.

L’esondazione del Tevere una terribile tragedia 

Se il Tevere esondasse a Ponte Milvio, ‘’l’acqua imboccherebbe a sinistra Via Flaminia, verso Piazza del Popolo, e a destra verso Prati, tutte zone depresse e non preparate. Gli ingegneri idraulici hanno simulato uno scenario in cui ci troviamo due metri e mezzo d’acqua dentro il Pantheon. E anche con un metro sarebbe una tragedia, per il patrimonio artistico e per le vite umane», aggiiunge Filpa al ‘’Domani’’,  anticipando i risultati di uno studio non ancora pubblicato del Dipartimento di ingegneria del suo ateneo.

L’impatto della pioggia è strettamente collegato all’altro grande problema ecologico: il consumo di suolo. Secondo i dati Ispra, anche nel 2019 nella capitale sono stati consumati 108 ettari di suolo, una superficie pari a 200 campi da calcio, contro i 91 nell’anno precedente e più che in tutti gli altri diciannove capoluoghi di regione messi insieme.

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