Roma: evasione dal carcere di Casal del Marmo, arrestati i tre minorenni fuggiti

Uno ragazzo trovato ieri a Termini, l'altro a L'Aquila

Il terzo minorenne evaso dal carcere di Casal del Marmo e’ stato individuato e arrestato oggi alle 11:20, presso il parco di Colle Oppio, da una pattuglia di carabinieri in borghese del Comando di Roma Piazza Venezia e da una pattuglia del Nucleo Radiomobile. Gli altri due giovani sono stati arrestati ieri.

La vicenda

Hanno approfittato del caos generato da una maxirissa tra cinquanta detenuti per evadere dal carcere minorile di Casal del Marmo a Roma facendo perdere le loro tracce. Erano da poco passate le 17.30 di domenica quando i tre minorenni, tutti di nazionalità tunisina, hanno scavalcato il muro di cinta della struttura penitenziaria dileguandosi nel nulla. E dopo un’intensa caccia agli evasi nella Capitale e non solo due su tre sono stati rintracciati. Le foto dei fuggitivi sono state diramate a tutte le pattuglie sul territorio di polizia, carabinieri e guardia di finanza. I loro volti sono stati inseriti anche nei database su scala nazionale e internazionale. E così il primo è già stato ritracciato a L’Aquila. A farlo sapere è stato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria. Il secondo è stato trovato a Roma, alla stazione Termini. Il 17enne è stato rintracciato dai poliziotti del commissariato Viminale. Si trova ora negli uffici della polfer per il fotosegnalamento. “Non avevamo e non abbiamo molti dubbi sul fatto che i fuggiaschi di ieri, tutti minori, vengano ripresi e ricondotti in carcere in breve tempo. Di solito questi ragazzi -spiega De Fazio – non godono di appoggi esterni e non di rado sono gli stessi familiari che li inducono a costituirsi”. L’attenzione è massima nell’area delle stazioni ferroviarie di Roma, in particolare Termini, che i fuggitivi potrebbero raggiungere per allontanarsi. Al vaglio le immagini delle telecamere di videosorveglianza attorno al carcere e delle strade limitrofe che potrebbero aver immortalato la direzione di fuga. Sotto la lente anche gli ultimi contatti in carcere e le persone a loro più vicine. Il più grande del terzetto ha compito 17 anni a novembre mentre il più piccolo ne ha appena 15 anni. Nel loro curriculum ci sono reati per rapina e droga. Due, in particolare, pare fossero considerati più ‘pericolosi’ perché particolarmente violenti e potrebbero avere avuto un ruolo anche nella rissa di ieri. E l’evasione ha sollevato reazioni tra le organizzazioni sindacali attive nella realtà delle carceri. Per il segretario generale del Sappe Donato Capece “è la conseguenza dello smantellamento, negli anni, delle politiche di sicurezza dei penitenziari”. “Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto e assenza di polizia penitenziaria – ha detto a caldo – favorisce inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”. Infine ha sollevato “dubbi sulla capacità delle strutture minorili, concepite per minori italiani, di contenere giovani stranieri con esperienze criminali potenzialmente più complesse e un’età forse non corrispondente a quella dichiarata”. Mentre il segretario generale del Cosp Domenico Mastrulli ha parlato di una “situazione critica e fallimentare che allarma la sicurezza delle carceri italiane già abbondantemente sovraffollate con circa 20.000 agenti in meno, 10.000 agenti feriti, 180 agenti in 20 anni morti suicidi e con 50 detenuti dall’inizio del 2024 che si sono tolti la vita”. La Uspp Lazio ha ricordato che “nei giorni scorsi il sindacato aveva già lanciato segnali della difficoltà estrema che vive anche il minorile romano”.

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