Roma, gli ambulanti contro Raggi chiedono aiuto al Mise

La sindaca ha deciso di mettere a bando i posteggi delle bancherelle, ma ieri il M5s si è spaccato e in Aula è mancato il numero legale. Oggi si vota di nuovo

La protesta degli ambulanti in piazza Campidoglio (1 marzo 2021)

Alcuni ambulanti di Roma rappresentanti da Ana-Ugl saranno oggi sotto il ministero dello Sviluppo Economico “per chiedere l’aiuto del governo contro un sindaco, la Raggi del Comune di Roma che sta violando due leggi nazionali ed una regionale“. Lo annuncia l’associazione.

“La nostra presenza sotto il Mise è per dare forza al governo affinché imponga all’amministrazione comunale di attenersi alla legislazione italiana vigente. Chiediamo inoltre al ministro Giorgetti di ricevere una piccola delegazione per raccogliere il grido di aiuto di oltre 18.000 ambulanti di Roma , messe a rischio dalla stessa Raggi, che vuole attuare impropriamente le procedure dei bandi previste della direttiva Bolkestein”, affermano in una nota il presidente e segretario di Ana-Ugl Ivano Zonetti e Marrigo Rosato.

Raggi: “Bancarelle feudo di pochi, diamo accesso a tutti”

“Noi riteniamo che qualunque cittadino abbia quindi il diritto d’intraprendere” il commercio su area pubblica, “pensiamo soprattutto ai giovani, per i quali bisogna creare opportunità. Sarò molto chiara: da decenni il commercio su area pubblica è feudo indiscusso di pochi, i soliti noti”. Lo dice la sindaca di Roma Virginia Raggi in merito alla decisione di mettere a bando i posteggi delle bancherelle dopo un parere dell’Autorità Garante della Concorrenza.

La prima cittadina è intervenuta ieri a un’assemblea straordinaria sul tema. Secondo Raggi questo è “un lavoro che ormai si eredita da padre in figlio e che vede esclusi tutti gli altri, soprattutto i giovani. A Roma capita spesso che le licenze si concentrino nelle mani di poche famiglie, e spesso dei loro prestanome. È una denuncia che arriva dal basso, che tanti operatori hanno fatto chiedendo l’aiuto delle istituzioni”.

In merito alle proteste degli ambulantie delle critiche alla sua scelta, la sindaca aggiunge: “Quali sono questi lavoratori che hanno così tanta paura delle gare a evidenza pubblica da mobilitarsi in proteste di massa, cavalcate qua e là da un opportunismo politico che non si fa più scrupolo nemmeno dell’evidenza di legge?”. E ancora: “Ho deciso di revocare la proroga automatica delle licenze, perché voglio garantire a tutti i cittadini il diritto, sacrosanto, di concorrere all’assegnazione di un posteggio su suolo pubblico”. Raggi conclude: “Sarò ancora più chiara: ho deciso di revocare la proroga automatica delle licenze perché Roma, le sue strade, le sue piazze, non sono proprietà privata di nessuno“.

M5s spaccato su applicazione Bolkstein, in Aula manca numero legale

È mancato il numero legale ieri in Assemblea capitolina al momento del voto sull’ordine del giorno, a prima firma del presidente M5s della commissione Commercio Massimo Simonelli, sull’applicazione della direttiva Bolkstein per le licenze del commercio ambulante a Roma. La votazione sarà ripetuta oggi in seconda convocazione, che necessita di un numero legale più basso.

Una decina di giorni fa, dopo aver ottenuto un parere favorevole dall’Autorità garante della concorrenza del mercato, la sindaca di Roma Virginia Raggi aveva annunciato la messa a gara delle circa 15mila concessioni per l’esercizio di attività commerciali su area pubblica e che attualmente – per normativa nazionale – sono in proroga fino al 2032.

Le opposizioni hanno segnalato il rischio di migliaia di ricorsi. E in Aula la maggioranza non ha votato l’ordine del giorno che prevedeva la messa a gara delle licenze. Dopo la bocciatura dei sei ordini del giorno presentati dalle opposizioni, sul settimo atto, quello di maggioranza, è infatti mancato il numero legale: 14 i voti favorevoli sull’ordine del giorno firmato anche dai consiglieri Allegretti, Ardu, Pacetti e Fumagalli, un astenuto e nessun contrario. L’atto presentato dal M5s avrebbe impegnato la sindaca e la giunta, tra le altre cose, “a prevedere formule che rendano possibile l’accesso all’esercizio del commercio su area pubblica in realtà consolidate della Capitale anche a nuovi cittadini e giovani imprenditori che potrebbero pertanto partecipare a bandi per i posteggi che sono limitati nel numero e rinnovati automaticamente da decenni”. Inoltre si chiedeva anche di “valutare l’applicazione dei criteri idonei che possano salvaguardare gli operatori delle edicole e dei mercati rionali di Roma Capitale che costituiscono anche un presidio sociale e un servizio prezioso nonché storico per i cittadini”.

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