Roma è la città col più alto numero di spostamenti privati in Europa. Un serpentone di auto che nel 2018 ha provocato 30 mila incidenti e 150 vittime, dati in aumento rispetto al 2017. Per questo per il corpo dei Vigili Urbani serve una vera svolta, con interventi pratici.
Per Stefano Giannini, segretario del sindacato Sulpl Roma, per esempio “bisognerebbe cominciare a chiudere le strade dove ci sono le scuole in occasione dell’orario di entrata e di uscita dei ragazzi. Certo, non si può fare contemporaneamente in tutti gli istituti , ma potremmo iniziare con due-tre per municipio”.
Iniziative che si fanno tranquillamente all’estero, ma che a Roma fanno fatica a decollare. E i motivi sono chiari. “Roma è una città con una mentalità vecchia. Ovvero non é stata abituata a pensare in modo nuovo, e tanto meno a fare più spazio ai pedoni rispetto alle auto”. Laddove infatti la strada viene ridata ai cittadini, alla fine la gente è entusiasta.
Insomma sulle pedonalizzazioni bisogna spingere, anche per evitare gli incidenti. Tuttavia contempo la mancanza di una rete di mezzi pubblici efficienti è una palla al piede. E questo ancor di più quando tre stazioni della metro A sono chiuse e non si sa quando riapriranno.
Un’altra modo per evitare che le auto abbiano sempre la meglio è istituire nuove zone 30. E queste vanno di pari passo con le strisce rialzate. Una consuetudine in tutta Europa, ma del tutto assenti a Roma. “La strada non deve avere una struttura irregolare – dice Giannini – Ad esempio, sulle strade a senso unico i parcheggi dovrebbero essere prima su un lato e poi sull’altro. Gli automobilisti così sarebbero costretti a una sorta di zig zag, rallentando la velocità”.
Cristoforo Colombo, via del Mare, Portuense, le strade con più incidenti a Roma. Per Enrico Stefano, Presidente della Commissione Mobilità del Campidoglio, Roma “ha un numero spropositato di auto. L’obiettivo principale è quello di spostare le persone dal trasporto privato a quello pubblico, e già così si riduce il numero di incidenti. Finché a Roma gireranno due milioni di macchine il problema si risolverà sempre parzialmente”.