Nel Lazio ci sono 643 mila immigrati residenti, di cui 521 mila nella provincia di Roma. La seconda provincia per stranieri residenti è quella di latina, con 52 mila migranti. Sempre nella capitale, l’11,9% degli alunni che frequentano al scuola è straniero, e la maggior parte è concentrata nella scuola primaria. Per quanto riguarda le nazionalità, prevalgono i romeni, ma Roma, come Prato, da anni oramai è diventato punto di riferimento per i cinesi.
Riprende la crescita del numero dei migranti a livello nazionale
A livello nazionale, riprende la crescita della popolazione straniera residente in Italia. Lo certifica il Rapporto Migrantes-Caritas presentato oggi . In particolare, i dati al 1 gennaio 2022 parlano di 5.193.669 cittadini stranieri regolarmente residenti, cifra che segna una ripresa dallo scorso anno.
Il Lazio seconda regione per presenze di immigrati
Nel quadro delle prime 5 regioni di residenza, si conferma il primato della Lombardia, seguita da Lazio, Emilia-Romagna e Veneto, mentre la Toscana sopravanza il Piemonte al 5° posto. Il quadro delle nazionalità rimane sostanzialmente inalterato: fra i residenti prevalgono i rumeni (circa 1.080.000 cittadini, il 20,8% del totale), seguiti, nell’ordine, da albanesi (8,4%), marocchini (8,3%), cinesi (6,4%) e ucraini (4,6%).
Crescono i cittadini titolari di permesso di soggiorno
Sono aumentati anche i cittadini stranieri titolari di permesso di soggiorno (al 1° gennaio 2022 sono 3.921.125, mentre nel 2021 erano attestati sui 3,3 milioni), così come i nuovi permessi di soggiorno rilasciati nell’anno: nel corso del 2021 sono stati 275 mila, +159% rispetto al 2020 (105.700); in particolare si è registrata un’impennata dei motivi di lavoro, certamente come esito della procedura di sanatoria varata dal governo nel 2020.
Discriminati in sanità
Il Rapporto Caritas Migrantes denuncia ancora troppe “disuguaglianze e ritardi nella tutela” della salute dei migranti. “Come tristemente anticipato nella scorsa edizione, l’analisi dei decessi nel primo anno della pandemia mostra un netto svantaggio a carico della popolazione di nazionalità straniera residente in Italia. Durante la crisi sanitaria pandemica – si legge nel Rapporto- centinaia di migliaia di persone, tra cui tanti immigrati, si sono trovate escluse dalle tutele, dai programmi di mitigazione e di prevenzione (ad esempio, tamponi e vaccini), dai ristori e, probabilmente, anche dalle future politiche di rilancio