Roma: le piazze dello spaccio da San Basilio traslocano al Quarticciolo

in particolare in via Ostuni e via Manfredonia.

La palestra delle Fiamme Oro a San Basilio

La pressione esercitata dalle forze dell’ordine sulle principali piazze dello spaccio nel quartiere San Basilio di Roma hanno spinto il mercato della droga, almeno quello che si sviluppa in strada, “al Quarticciolo oppure è andato a arricchire quello già fiorente di Tor Bella Monaca”. Lo dice ad “Agenzia Nova” un investigatore che da anni indaga sul fenomeno dello spaccio in uno dei quartieri difficile di Roma. “Nell’orto dello Spaccio” in piazza Aldo Bozzi giocano i bambini sulle altalene; alla “Lupa”, invece, l’area nota per via dello scudetto della Roma disegnato sulla parete di un palazzo, gli spacciatori si trovano soltanto sporadicamente. “Resta operativa la piazza del ‘civico 29’, – dice l’investigatore – ma ci stiamo lavorando. Almeno – aggiunge – hanno smesso di fare capannello fuori e accendere il braciere per scaldarsi le sere d’inverno in attesa dei clienti”. Succedeva anche questo.

Le aree descritte sono quelle che si susseguono, a distanza di 300 metri, in via Girolamo Mechelli tra le palazzine Ater o del Comune su cui si sono concentrate le operazioni di polizia che hanno sortito l’effetto di mandare in crisi il business della droga. A pochi isolati c’è via Corinaldo, con gli ex feudi delle famiglie Marando e Pupillo, “altre piazze chiuse dopo i colpi inferti ai capi clan, tra l’altro sgomberati dagli alloggi occupati abusivamente”. In quella zona c’era anche il “bar delle coltellate, chiamato così perché si ripetevano le risse con feriti da arma da taglio. Lo spaccio” e le coltellate “sono finite quando il bar è stato chiuso dalla questura”. C’è poi piazza Urbania “dove però – dice l’esperto – avvengono scambi rapidi, concordati telefonicamente e difficili da intercettare”. Con queste piazze chiuse “abbiamo ragione di credere che lo spaccio si sia trasferito nei quartieri vicini ed in particolare al Quarticciolo in via Ostuni e via Manfredonia”.

In quelle zone, infatti, si notano giovani presidiare i portoni come se fossero vedette sul modello di via dell’Archeologia a Tor Bella Monaca. “Ripulire” San Basilio comunque è un buon risultato possibile soprattutto grazie al tessuto sociale che si è ribellato. “La gente non ne poteva più di vivere con gli spacciatori sotto casa – dice l’investigatore – e in molti hanno cominciato a collaborare con la polizia permettendoci di colpire con arresti e sequestri mandato in crisi le vendite”. Alla chiusura delle piazze dello spaccio, però, non è seguita nessuna apertura di attività commerciali legali. Nel raggio di almeno un chilometro, infatti, le uniche serrande alzate, sono quelle della palestra pugilistica della Polizia “Opera Don Giustino”, in cui ragazzi di età compresa tra i 6 e i 18 anni vengono allenati gratuitamente dagli atleti delle Fiamme oro. Ovviamente il rubinetto dello spaccio non è stato chiuso completamente. “Quando la palestra chiude – dice una residente –gli spacciatori si riaffacciano in strada. Sono gli stessi che fino ad una certa ora sono costretti a lavorare su commissione telefonica”, un sistema più articolato, complesso e meno redditizio della piazza di spaccio dove il cliente trova lo spacciatore sulla strada

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