Si rischia il tutti contro tutti nel centrosinistra nella corsa per il Campidoglio, con fratture interne che si allargano tra gli alleati. Oggi si registrano sia frizioni tra il Pd e Carlo Calenda sia tensioni attorno al tentativo di bis di Virginia Raggi. Con voci di una possibile richiesta di un passo indietro da parte della sindaca formulata direttamente dall’ex premier Giuseppe Conte. Intanto il centrodestra, pur ancora privo di un candidato e non meno diviso sul dossier di Palazzo Senatorio, osserva le liti tra gli avversari e punta al ballottaggio. Ieri il segretario Pd Enrico Letta ha ribadito che il percorso per la selezione dei candidati alle amministrative di ottobre passa per le primarie, cosi’ oggi Carlo Calenda ha confermato che la sua candidatura prosegue in autonomia.
“Il dado e’ tratto. Scelta legittima. A questo punto le nostre strade si separano. Crediamo che occorra smettere di parlare per mesi solo di Pd”, attacca il leader di Azione. E ancora: “Le primarie tra correnti non garantiscono”, il rinnovamento della classe dirigente. La replica del Pd arriva poco dopo per voce dei vertici delle federazioni di Roma e Lazio, Andrea Casu e Bruno Astorre: “Le primarie sono uno strumento di partecipazione fondamentale per i cittadini. Le autocandidature di leader nazionali servono solo a far crescere di qualche punto percentuale le loro liste nei sondaggi. Se Calenda sceglie di autoescludersi dalla coalizione del centrosinistra, per la corsa al Campidoglio, puo’ legittimamente farlo”.
Stretto tra la vocazione alle primarie e i dubbi interni sui possibili nomi in corsa, il Pd rischia di trovarsi in una corsa a tre con Calenda e Virginia Raggi a contendersi un solo posto al ballottaggio. E allora da un lato prosegue il pressing interno al partito perche’ si candidi il presidente del Lazio Nicola Zingaretti – il nome accreditato di maggiori chance dai sondaggi – nonostante il governatore ogni giorno ribadisca di voler completare il mandato in Regione. Dall’altro si preparano alla eventualita’ dei gazebo l’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e gli indipendenti Tobia Zevi, Giovanni Caudo e Paolo Ciani. Nervosismo in vista delle urne si registra anche in Campidoglio. Diversi sondaggi accreditano la sindaca sopra il 20% dei consensi. Ma il suo nome viene considerato dai dem e da alcuni nel Movimento come un ostacolo ad una candidatura unitaria sull’asse M5s-Pd. Oggi il Foglio riporta di una disponibilita’ che Giuseppe Conte, nel nuovo ruolo di futura guida dei 5 stelle, avrebbe espresso a Enrico Letta per provare a far ritirare la sindaca uscente dalla corsa al Campidoglio per aprire la strada all’intesa tra alleati. Indiscrezione che, finora, non ha trovato smentita. Mentre in Campidoglio negano ci siano state telefonate o inviti in tal senso da parte dell’ex premier. Secca la replica della Raggi: “In questi mesi non sono mai intervenuta su retroscena in merito alle prossime elezioni. Effettivamente mi e’ stato proposto di tutto per invitarmi a fare un passo indietro e, allo stesso tempo, non sono mancate pressioni per lasciare spazio alla ‘politica’”. Poi l’affondo: “La questione e’ che per me la politica e’ altro, sono i programmi e non gli accordi di palazzo”. E ancora: “Il nostro percorso e’ segnato ed e’ aperto a tutti. Ma le regole le stabiliamo noi”. Non e’ ancora scontro interno alla coalizione ma gli somiglia.