Su Internet è virale un video che mostra alcuni bambini che cantano in aula l’inno della Roma, in occasione della vittoria della squadra giallorossa contro il Feyenoord in finale di Conference League.
E’ accaduto in una classe della primaria dell’istituto comprensivo ‘Caterina Usai’ nel quartiere Talenti della Capitale. Ma non tutti i bimbi cantano: qualcuno resta in silenzio e qualcuno piange.
Polemica sui social nei confronti della maestra che, secondo gli utenti, avrebbe obbligato i piccoli a cantare senza tener conto di una eventuale altra ‘fede’ calcistica: “Da romanista, mi tocca difendere la laicità della scuola”, si legge, e ancora: “La maestra che ha fatto cantare l’inno della Roma a tutta la classe, obbligando anche i bambini laziali, ha abusato della posizione di potere che implica il suo ruolo”.
La maestra, intervistata a Radio Sei ha spiegato pero’ che il bimbo stava poco bene, “soffre di forte emicrania, piangeva per quello”. Poi per smorzare i toni e le polemiche e per par condicio la maestra ha promesso che fara’ cantare anche l’inno della Lazio, ma anche qui potrebbero venir urtate le suscettibilita’ di chi tifa Juve, o Milan, di chi pratica rugby o danza classica, di chi non pratica nulla e di chi odia il canto e lo sport. La macchina della dietrologia genitoriale si e’ intanto gia’ messa in moto, perche’ le scuse potrebbero non bastare e a qualcosa bisogna pur appellarsi: la maestra ha fatto cantare i piccoli durante la ricreazione o nell’ora di lezione? Sullo sfondo resta che la docente, che non si definisce nemmeno una tifosa sfegatata, voleva trasmettere l’idea di una festa, dello sport, del cantare insieme. Ma il tifo, ancora una volta, ha prevalso. E stavolta non sul campo da gioco.