Continuano le polemiche sul caso del tassista romano che avrebbe offeso un cliente omosessuale. Secondo il racconto di alcuni giovani, il 10 febbraio scorso – zona Trastevere – un ragazzo e le sue amiche si sarebbero avvicinate a un taxi fermo per chiedere informazioni. Il tassista, poi, avrebbe lasciato a piedi i giovani offendendo con frasi omofobiche il ragazzo.
Secondo indiscrezioni di stampa, la compagnia di taxi del tassista sotto accusa avrebbe sospeso il guidatore per un mese. Una scelta che ha ricevuto il plauso di chi, come gli NCC, svolge un servizio pubblico non di linea. “Quel tassista che a Roma non ha voluto svolgere il servizio per un cliente perché omosessuale ha provocato un danno pesantissimo a tutto il comparto del trasporto non di linea. Bene ha fatto la compagnia di appartenenza a sospendergli la licenza e ora si dovrebbe anche pensare a prendere un provvedimento tale da togliergli la licenza definitivamente perché evidentemente si tratta di un lavoratore che non è in grado di svolgere un servizio pubblico – dichiara Stefano Giusti, segretario di Azione Ncc – molti non si rendono conto di cosa significhi servizio pubblico e quindi dell’importanza del nostro lavoro e coi loro comportamenti illegali e squallidi gettano discredito su tutti noi. Chi discrimina i cittadini quindi va colpito con durezza e senza esitazioni perché dimostra di non avere le capacità e conoscenze indispensabili per essere al servizio dei cittadini”.
Sul web hanno apprezzato la sospensione anche singoli conducenti.
“Oltre ovviamente all’aspetto sociale della cosa, i taxi sono hanno l’obbligo di far salire chiunque, sono servizio pubblico” sostiene Alberto.
Gli fa eco Paolo, convinto che “oltre ad esserci un obbligo prendere tutti i clienti, c’è l’aggravante di discriminazione, il quale è un reato penalmente punibile. Gli viene negato un servizio pubblico e viene discriminato per il suo orientamento sessuale, oltre che insultato. Ma questo personaggio, come in altri casi lavora tranquillamente.”