Roma, nel 2020 oltre mille donne aiutate dai centri antiviolenza

Il 18% in più rispetto al 2019. Intanto l'stat certifica il boom di femminicidi durante il lockdown

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Nel 2020 sono state 1.362 le donne supportate dai Centri antiviolenza di Roma Capitale, con un aumento del 18% rispetto al 2019. Nel dettaglio, sono state 943 le donne che hanno compiuto nel 2020 il primo accesso alle strutture capitoline. Gli ultimi dati di dicembre, in particolare, mostrano 84 nuove donne seguite, per un totale di 893 donne complessivamente seguite nel mese. Un numero sensibilmente maggiore rispetto a novembre (866) e doppio rispetto a dicembre 2019 (431).

L’andamento dei nuovi accessi nel 2020 mostra anche l’impatto dell’emergenza Covid-19. A fronte del calo registrato tra febbraio e marzo (-31%) , in coincidenza con l’avvio del lockdown, l’amministrazione ha attivando tre nuovi canali di messaggistica Whatsapp e potenziato l’informazione per l’accesso ai servizi.

L’azione di sensibilizzazione si è conclusa con l’inziativa “Manifesti d’artista. 1522 – Roma per le donne”, promossa da Roma Capitale, in collaborazione con il dipartimento per le Pari Opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri e la fondazione Musica per Roma. La campagna di comunicazione ha coinvolto la cartellonistica sulle strade cittadine, insieme a spazi informativi e rivestimenti dei convogli della metropolitana di Roma, e ha visto l’esposizione di 20 opere contro la violenza di genere, realizzate da giovani artisti, lungo il colonnato dell’Auditorium Parco della Musica.

I centri antiviolenza di Roma Capitale sono aperti h24 e collegati al numero nazionale antiviolenza e stalking 1522. Tutte le informazioni sono disponibili sul portale di Roma Capitale (clicca qui).

Istat: boom di femminicidio durante il lockdown

I lunghi mesi di lockdown e la forzata coabitazione nelle case hanno allungato ancora di più la pagina nera dei femminicidi nel nostro Paese. Il dato, nero su bianco, ha trovato conferma in un report dell’Istat dedicato agli omicidi: nei primi 6 mesi 2020 la situazione si è ulteriormente aggravata con un numero di delitti pari al 45% del totale degli omicidi, contro il 35% dei primi sei mesi del 2019.

La percentuale poi è schizzata al 50% durante il lockdown nei mesi di marzo e aprile. Una scia di di sangue proseguita senza soluzione di continuità, visto che nel 2019 il numero dei femminicidi aveva raggiunto quota 101 e nel 2018 la percentuale di uomini imputati di omicidio era stata del 93%.

Secondo l’Istituto di statistica le donne sono state uccise all’interno delle mura domestiche – quindi in un ambito affettivo/familiare – nel 90% dei casi nel primo semestre 2020 per mano di partner o ex partner (61%). E, a parte l’eccezionalità negativa della fase di lockdown, la cupa panoramica dei femminicidi trova un filo rosso temporale con i dati del 2019, che confermano un calo generale degli omicidi e una decisa controtendenza di quelli perpetrati in famiglia.

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