Roma non è una città per ciclisti: tra piste minuscole e ostacoli, la dura vita degli amanti delle due ruote

Secondo i dati raccolti da Safer City Streets, la Capitale è la seconda città più pericolosa al mondo per i ciclisti, subito dopo Lisbona

Roma non è una città a misura di ciclisti. Secondo i dati raccolti da Safer City Streets, la Capitale è la seconda città più pericolosa al mondo per i ciclisti, subito dopo Lisbona. Oggi il dorso locale del Messaggero racconta come, tra piste minuscole (come quella di Colli Aniene, lunga solo un chilometro) alla piste fantasma (come quella su via Tuscolana, lungo la dorsale che collega San Giovanni, dove le strisce di delimitazione risultano ormai cancellate), è dura la vita dei ciclisti romani.

Anche su viale Aventino è difficile pedalare, oltre ai sampietrini, i numerosi monopattini abbandonati rendono il percorso una sfida a ostacoli. A porta San Paolo, in direzione via Marmorata, invece, la bikeline  si restringe: le protezioni in cemento sono state spostate dagli pneumatici degli automobilisti che invadono in curva la già strettissima corsia riservata alle due ruote.

Nella pista di via Conca d’Oro capita di dover frenare, anzi inchiodare, davanti a sacchetti dei rifiuti o il coperchio di un cassonetto. Su viale Ionio e via dei Prati Fiscali, gli ostacoli maggiori sono le auto, parcheggiate sopra la dorsale, che costringono i ciclisti a pericolosi slalom tra le vetture e i bus.

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