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Roma: omicidi Villa Pamphili, Ford arrestato 5 volte in Usa per violenza domestica e lesioni

Gip: da Ford elevata capacità criminale, ha depistato indagini

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Rexal Ford, il presunto assassino di Villa Pamphili, a Roma, il cui vero nome all’anagrafe potrebbe essere Francis Kaufmann, è stato arrestato 5 volte negli Stati Uniti per violenza domestica e lesioni. È quanto emerge dall’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari che dispone la misura cautelare del carcere nei confronti di Ford. All’uomo di circa 46 anni viene contestato l’omicidio della bambina di pochi mesi, che potrebbe essere sua figlia, e l’occultamento del cadavere della madre della bimba. Nel documento si legge che “il Pm ha segnalato che da interlocuzioni intercorse, per le vie brevi, con personale Fbi in servizio presso l’ambasciata americana, è emerso che Rexal Ford ha circa cinque arresti, precedenti per violenza domestica e aggressioni”. L’uomo ha inoltre “scontato 120 giorni di carcere per aggressione con arma letale che ha causato gravi lesioni fisiche”, conclude il documento

Francis Kaufmann, “ha dimostrato un’elevata capacità criminale e una pervicace volontà di portare a compimento il suo intento criminoso, avendo perlomeno assistito senza richiedere alcun intervento alla morte della compagna, poi occultandone il corpo e disfacendosi dei vestiti in modo da rendere più difficoltosi sia il ritrovamento del cadavere, sia l’identificazione della donna e dello stesso soggetto, con il chiaro in tento di depistare le indagini”. È quanto si legge nell’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari. All’uomo, nell’ordinanza del 13 giugno scorso, viene contestato l’omicidio di una neonata, che potrebbe essere sua figlia, e l’occultamento del cadavere della madre della bimba di pochi mesi, i cui corpi sono stati ritrovati senza vita nel parco capitolino. “Non si può escludere peraltro – si legge nel documento – che si sia in presenza di un duplice omicidio, essendo ancora in corso gli accertamenti autoptici che potrebbero rivelare che anche la donna sia stata vittima di morte violenta. L’efferatezza congenita allo strangolamento della bambina, molto probabilmente sua figlia, non lascia adito a dubbi sull’estrema pericolosità dell’uomo. Peraltro, il pericolo concreto di reiterazione dei reati della stessa specie lo si desume dalle specifiche e particolarmente gravi modalità del fatto, avendo egli dimostrato di non essere in grado di controllare gli impulsi violenti diretti verso soggetti estranei e indifesi

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