Roma: omicidio Fregene, arrestata la fidanzata del figlio di Stefania

La 30enne avrebbe effettuato alcune ricerche su internet per sapere come eliminare tracce di sangue dai tessuti o come avvelenare una persona

Omicidio aggravato dalla minorata difesa e dall’abuso di relazioni domestiche e di ospitalità. È questo il reato contestato dalla procura di Civitavecchia alla 30enne indagata per l’uccisione di Stefania Comboni, 58 anni, avvenuta nella villa di via Santa Teresa di Gallura, a Fregene.

Dalla ricostruzione effettuata dalla procura, emerge che la 30enne avrebbe effettuato alcune ricerche su internet per sapere come eliminare tracce di sangue dai tessuti o come avvelenare una persona. Tutti i passaggi sono stati ricostruiti dagli inquirenti, a partire dalla sera precedente l’omicidio, quando il figlio della vittima, la sua compagna e la signora Comboni avevano cenato insieme. L’uomo, per ragioni di lavoro, aveva lasciato l’abitazione, mentre le due donne si erano ritirate nelle rispettive camere da letto, situate su piani diversi della casa. Intorno alle 7:10 del mattino seguente, il figlio della vittima è rientrato a casa e ha notato la porta d’ingresso e l’inferriata esterna completamente aperte, l’abitazione a soqquadro. Ha quindi raggiunto la fidanzata per chiederle di fare un giro insieme e, entrando nella camera da letto della madre, ha trovato il corpo della donna, coperto da cuscini. Senza toccarlo, i due si sono recati direttamente alla caserma dei carabinieri di Fregene per segnalare l’accaduto.

Nell’immediatezza, la fidanzata ha riferito di dissapori non meglio precisati con la vittima. Inoltre, l’automobile utilizzata esclusivamente dalla signora Stefania, solitamente parcheggiata nel vialetto di casa, è stata ritrovata in via Agropoli, una strada parallela distante circa 100-150 metri dall’abitazione, fuori carreggiata e con il finestrino lato guida aperto. Un rapido controllo del telefono dell’indagata ha rivelato alcune ricerche su Google, tra cui “come togliere il sangue dal materasso” e “come avvelenare una persona”. Tutti questi elementi, uniti alle contraddizioni emerse durante le deposizioni, hanno convinto gli inquirenti della responsabilità della donna, portando alla decisione di disporre per lei il fermo. Questa mattina sarà conferito l’incarico per l’esame autoptico sul corpo della vittima, che dovrebbe iniziare presumibilmente domani. Sempre domani, compatibilmente con i termini di legge, si dovrebbe tenere l’udienza davanti al Gip di Civitavecchia per la convalida del fermo.

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