Roma: per la morte del musicista Bonanni i 4 aggressori condannati a 14 anni

venne pestato in strada nel 2011 a Rione Monti

Lo massacrarono di botte: calci e pugni solo perché stava suonando una chitarra in strada e quel “rumore” li aveva infastiditi. Per questa vicenda, che risale al giugno del 2011 e costò la vita ad Alberto Bonanni, spirato nel 2014 dopo tre anni di coma, il gup di Roma ha condannato oggi quattro persone a 14 anni di carcere.

Si tratta degli autori del pestaggio: Carmine D’A., Christian P., Massimiliano DP. e Gaetano B., tutti accusati di concorso in omicidio volontario. Il fatto avvenne in una strada del Rione Monti, zona della Capitale nota per i locali e la movida. I quattro erano già stati processati per l’accusa di tentato omicidio ma la morte del musicista ha portato i pm di piazzale Clodio a contestare la fattispecie più grave. Secondo una perizia disposta dal tribunale capitolino, infatti, la morte del giovane è legata alle percosse subite al cranio e al volto che innescarono una “una catena di eventi”.

Secondo quanto scrivono i periti Bonanni, al momento dell’aggressione, era portatore di una neoplasia cerebrale asintomatica di secondo grado e quelle percosse, secondo i periti, “erano idonee e sufficienti, qualitativamente e quantitativamente, a causare l’aumento dell’effetto massa della neoplasia stessa”.

Per gli esperti “se il trauma avesse agito su un encefalo sano secondo le leggi scientifico-statistiche non avrebbero condotto al coma e alla morte”. Bonanni era un appassionato di musica e proprio la sera dell’aggressione aveva suonato in un locale della zona. All’uscita mentre chiacchierava con gli amici un uomo, poi identificato in Di Perna, si è affacciato al balcone del secondo piano, impugnando un bastone e urlando: “La dovete finire, qui non si può più dormire, è un’indecenza”. Sceso in strada li inseguì per qualche metro e poi sono sbucarono altri giovani. Il giovane chitarrista venne buttato a terra e pestato e colpito alla testa con un casco.

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