“Sono molto arrabbiata” con chi “mi ha trascinato in questo frullatore politico, creando un clima che ha avvelenato la mia nomina”. Lo dice il neoprefetto di Roma, Gerarda Pantalone, intervistata dal Messaggero, rispondendo a chi ha ipotizzato un commissariamento da parte di Salvini.
“Una cosa che non farò è entrare nelle polemiche politiche – premette -. Dico solo che sono un dirigente dello Stato, che lavoro al Ministero dell’Interno dal 1979, sempre con passione e determinazione. Se il ministro dell’Interno è Salvini, rispondo a Salvini, è il compito del prefetto. Certi attacchi mi hanno amareggiato, sono anche stata tentata di dire al ministro: rinuncio”. Ma poi non l’ha fatto: “questo è l’incarico più prestigioso che potessi desiderare. Amo Roma, città splendida, ho scelto di viverci quarant’anni fa”.
Risponde poi sulle preteste nelle periferie: “Devo studiare il dossier, ma i campi rom sono oggi probabilmente il problema più difficile della città. Me ne sono occupata anche a Napoli. E posso dire una cosa: chi vuole accettare le regole del nostro Paese può e deve avere un percorso di integrazione”. Anche con le case popolari? “Se ricordo bene, anche a Napoli è stato fatto”. Quanto a chi non vuole integrarsi “il percorso è più difficile, so che le amministrazioni locali possono fare accordi con i paesi di provenienza” per i rimpatri: “è una strada difficile, ma deve essere percorsa”