Cinque automezzi del nucleo traduzioni della polizia penitenziaria di Roma, sono stati distrutti da un incendio che è divampato nel tardo pomeriggio di oggi, alle 18:30 circa, nell’autorimessa adiacente al carcere di Rebibbia. Si tratta dei mezzi che gli agenti della penitenziaria utilizzano per trasportare i detenuti dal carcere ai palazzi di giustizia. Nessuna persona è rimasta ferita o intossicata.
Secondo quanto si apprende, sarebbe escluso ogni coinvolgimento da parte dei detenuti, anche per la posizione dell’autorimessa, in via Raffaele Majetti. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Roma, mentre ad indagare sono anche gli agenti della Digos di Roma. Al momento non sarebbero stati trovati inneschi.
La Fp Cgil “apprende con sgomento dell’incendio che ha coinvolto il parco auto del carcere di Rebibbia. Un vasto incendio, causato da autocombustione, ha interessato sei automezzi adibiti al trasporto dei detenuti presso la struttura Ntc – Nucleo traduzioni cittadino. Sebbene i vigili del fuoco siano intervenuti tempestivamente per domare le fiamme, il quartiere e il carcere sono stati invasi da un denso fumo, e sembrerebbe che due persone siano rimaste intossicate”, dichiarano, in una nota, il coordinatore regionale Fp Pierluigi Acunzo e il segretario generale Fp Cgil, Francesco Frabetti.
“Questa situazione mette in luce un problema grave e inaccettabile: la precarietà delle condizioni delle carceri italiane sta raggiungendo livelli critici. Il Nucleo traduzioni cittadino si trova in una condizione provvisoria da quando è stato istituito, essendo di fatto una dipendenza del nuovo complesso. Le manichette degli idranti, ad esempio, sono gestite dalla struttura adiacente, evidenziando un’assoluta mancanza di risorse e attenzione alla sicurezza. Solo pochi giorni fa – si legge nella nota del sindacato -, la Fp Cgil aveva fatto visita alla struttura denunciando la carenza di servizi igienici non aerati, spogliatoi improvvisati privi di aria condizionata e una penuria di docce”.
“La struttura, che si presenta come un sottotetto in una costruzione di cemento armato, non è idonea a garantire né la salute né la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici. È fondamentale che il Nucleo sia dotato di una struttura dedicata, che abbia un indipendenza, conforme a tutte le caratteristiche necessarie per un autoparco, e che siano implementati sistemi di sicurezza adeguati a garantire un ambiente lavorativo sano e dignitoso. Richiediamo pertanto un intervento immediato all’Amministrazione Penitenziaria per adeguare la struttura ai requisiti di sicurezza sui luoghi di lavoro, come previsto dal D.Lgs. 81/2008 e successive modifiche, il quale tutela i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e promuove condizioni di lavoro salubri. La sicurezza sul lavoro deve essere una priorità e non un’opzione. Esprimiamo la nostra totale solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti in queste inaccettabili condizioni. È necessario – concludono i sindacalisti – che tutte le istituzioni competenti facciano la loro parte nel garantire un ambiente di lavoro che rispetti la dignità, la salute e la sicurezza dei propri dipendenti, con l’obiettivo di offrire servizi che non solo siano efficienti, ma che rispettino i diritti fondamentali di chi opera e di chi vive nelle strutture penitenziarie tutti i giorni”.