Roma rimette al loro posto le ‘Pietre della Memoria’ rubate a Monti

La Sindaca e la Comunità Ebraica: non si ruba la memoria. Adachiara Zevi: clima politico di intolleranza

Roma, dopo poche settimane dal  furto, ha rimesso al loro posto le venti ‘Pietre della Memoria’ ,anche chiamate pietre d’inciampo, rubate a dicembre nel quartiere Monti, dedicate a 20 membri della famiglia Di Consiglio deportati e morti nei lager nazisti, e che erano state installate nel 2012. Lo ha fatto nel corso di una breve, commovente ed affollata cerimonia, che ha raccolto i rappresentanti delle istituzioni romane (Campidoglio e Primo Municipio), la comunità ebraica e numerosi cittadini, molti dei quali giovani e giovanissimi (una piccola orchestra del ‘Virgilio’ ha anche suonato l’Inno di Mameli, l’Inno alla Gioia e la muscia dell ‘Vita è bella’, mentre altri piccoli studenti hanno intonato canti ebraici).

E’ stato “come rubare un pezzo della nostra memoria”, ha esordito la sindaca di Roma, Virginia Raggi; un gesto che “ha offeso la comunità di Roma tutta”. Raggi ha sottolineato l’importanza della presenza di molti ragazzi, che danno il senso più profondo alla nostra presenza qui, oggi”. La sindaca ha ricordato i ‘Viaggi della Memoria’ organizzati nei lager, che costituiscono un modo importante per “costruire un futuro che poggi su solide basi”. La presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi, ha invece posto l’accento sul fatto che “le Pietre sono state ricollocate velocemente: questo, per Roma, è un grande esempio di quello che volgiamo essere”.

“C’è stata una gara di solidarietà fra i cittadini per sanare questa offesa alla memoria” ha detto la Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello; “l’antisemitismo sta riemergendo – ha sottolineato ancora – ma la risposta della società civile ci fa sperare”.

Più dura Adachiara Zevi, presidente di Arteinmemoria, che ha parlato di “furto sacrilego”, un “ulteriore atto di matrice fascista ed antisemita”. “Non dobbiamo ridimensionare – ha ammonito – esiete un clima politico d’intolleranza nei confronti dei diversi e dei più deboli”.

 

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