“Sono fiero di essere imputato in questo processo, perché mi è data la possibilità di testimoniare al Tribunale di non voler permettere a leader di partito e ministri di blindare la possibilità di critica”. Così Roberto Saviano parla davanti al giudice nella prima udienza del procedimento per diffamazione contro Matteo Salvini.
Lo scrittore definì sui social Salvini ministro di ‘mala vita’, nel 2018, ai tempi in cui era a capo del Viminale.
Oggi, davanti al tribunale monocratico di Roma lo scrittore spiega: “Era divenuto intollerabile il modo con cui Salvini si relazionava al sud Italia senza alcuna volontà di comprenderne le dinamiche e soprattutto i drammi, ma solo con attitudine predatoria laddove i voti costituivano il bottino da conquistare ad ogni costo”. E aggiunge: “Oggi mi difendo dal vicepresidente del Consiglio, mentre ho un processo in corso con la presidente del Consiglio e una causa civile intentata contro di me dal ministro della Cultura. Tre ministri di uno stesso governo portano in tribunale chi osa criticarli”.
Nella lista testi della difesa, sulla quale il giudice si è riservato, figura tra gli altri il ministro degli Interno, Matteo Piantedosi, chiamato a riferire “sulle iniziative volte a verificare il regime di protezione al quale Saviano è sottoposto dall’ottobre 2007”.
Il processo è stato aggiornato al 1 giugno, quando il ministro delle Infrastrutture verrà sentito in aula, come parte lesa.
Il 27 giugno si terrà invece la prossima udienza del processo che vede imputato il giornalista per diffamazione contro la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per una vicenda che risale al dicembre del 2020, quando, durante una trasmissione televisiva, Saviano le diede della ‘bastarda’.
Il tema era quello dei migranti, in particolare la morte di un bimbo affogato nel Mediterraneo: “Vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle Ong: ‘taxi del mare’, ‘crociere’… ma viene solo da dire bastardi – aveva detto Saviano – A Meloni, a Salvini, bastardi, come avete potuto? Come è stato possibile tutto questo dolore descriverlo così? Legittimo avere un’opinione politica ma non sull’emergenza”.
A margine dell’udienza di oggi, Saviano ha commentato la vicenda legata alle parole del deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli in Aula, sottolineando che “quelle rivelazioni, se vere, dimostrano che le organizzazioni criminali cercano di approfittarsi e di sfruttare una scelta sbagliata delle istituzioni, cioè il 41 bis dato ad Alfredo Cospito”.
“In questo senso ciò che ha detto il parlamentare Giovanni Donzelli – ha concluso – al di là del fatto che non avrebbe dovuto dirlo, è stato utile, perché conferma che la criminalità organizzata cerca di manipolare a proprio vantaggio una scelta sbagliata” e “sul 41 bis i giudici dovrebbero decidere caso per caso e non con una regola per tutti e sempre”.