Paura e rabbia tra i residenti e i commercianti oggi nella zona di Porta Pia. All’alba di lunedì si è verificata l’ennesima violenza sessuale a Roma, stavolta nel sottopasso in piazza della Croce Rossa, tra la stazione Termini e Castro Pretorio. La vittima, una donna italiana di 42 anni, è stata stuprata tra rifiuti e materassi, dopo aver passato una serata con le amiche. In particolare, la preoccupazione dei cittadini è rivolta ai sottopassi, dove regna il degrado. Alfredo Paolo Poroso, gioielliere e presidente dell’associazione Amici di Porta Pia, ritiene che l’area non sia più sicura da almeno vent’anni. “Mi sento quasi sconfitto dopo questi anni che sono qui come gioielliere, le uscite di sicurezza dei sottopassi non rispettano più le norme. Sono occupate dai senzatetto e la zona si è trasformata in un bivacco per persone fragili e delinquenti”.
Il presunto autore dell’ultima violenza, un quarantenne di origini marocchine, è una persona già conosciuta alle forze dell’ordine. “La situazione, di recente, è degenerata. Il cinema è diventato un riparo per le persone senzatetto. La polizia municipale viene a sgomberare i tunnel, ma dopo una settimana torna tutto come prima”, dice Marco, lavoratore della zona. Ancora oggi, dunque, nella zona l’accesso ai sottopassi di Corso d’Italia è bloccato da teli di plastica o di stoffa. Nell’ingresso ci sono rifiuti accumulati, scarpe e coperte. Secondo le voci di alcuni commercianti del quartiere, le autorità hanno preso un impegno a lavorare con le associazioni locali, per dare una maggiore consapevolezza sui temi della violenza. L’obiettivo è quello di migliorare la sicurezza della zona.
Patrizia è una donna che frequenta la zona di Porta Pia tutti i giorni per lavoro. “Questa situazione non è più sostenibile, noi donne non abbiamo più nessuna sicurezza – spiega -. Io scendo ogni giorno vicino a una fermata che dà su un sottopassaggio di Corso d’Italia e ho sempre paura. Già dal mattino trovo persone senza fissa dimora che aggrediscono i passanti senza un valido motivo”, racconta mentre attende l’autobus per tornare a casa. Anche Rita, giornalaia in Corso d’Italia, è dello stesso avviso: “Quando avevo l’edicola, anni fa, è entrato un gruppo di persone che ha tentato di derubarmi. Una volta ho addirittura colto in flagranza una persona con le mani dentro la cassa”, conclude.