Continuano le indagini sull’incendio avvenuto alla concessionaria Tesla di via Serracapriola, in zona Torre Angela a Roma. Al momento non è escluso che il rogo possa essere doloso, e tra le ipotesi figura anche la pista anarchica. Ma si tratta di elementi ancora al vaglio degli inquirenti.
Sulla vicenda si è espresso lo stesso proprietario dell’azienda statunitense, Elon Musk. Commentando un post su X che faceva riferimento all’incendio di Roma, Musk ha utilizzato la sola parola “terrorismo” per descrivere l’accaduto. Nel corso della giornata, Tesla ha inoltre reso noto che sta collaborando con le autorità locali per fare luce sull’accaduto. “Siamo consapevoli dell’incidente occorso a Roma. Stiamo attivamente investigando l’accaduto e collaboreremo con le autorità locali per determinare le cause dell’evento”, si legge in una nota dell’azienda.
Nel frattempo, chi abita nella via ha riferito di aver sentito degli scoppi e le sirene. “Quando è successo io dormivo, ma mio figlio se ne è accorto e ha chiamato i pompieri intorno alle 3:30 – ha spiegato un signore che abita nei pressi della concessionaria -. Quando mi sono svegliato ho sentito solo dei botti, credo fosse lo scoppio delle gomme, e ho visto le fiamme”, ha concluso l’uomo. Anche un altro signore di circa 60 anni, che vive in un condominio della via, ha raccontato di aver sentito le esplosioni. “Ho sentito stanotte dei botti verso le 4 e le sirene. Ma non mi sono preoccupato perché inizialmente ho pensato che potesse essere qualche fuoco d’artificio o un allarme delle auto, qui è un continuo di rumori. Ma comunque non si è sentito più di tanto. Poi però stamani sul gruppo della palazzina hanno mandato delle foto”.
Per tanti residenti, che a quell’ora dormivano, la voce dell’incendio si è sparsa attraverso le chat dei condomini. “Un ragazzo del quinto piano ha mandato un messaggio sul gruppo Whatsapp della scala, e poi, quando mi sono svegliato, intorno alle 6, ho visto polizia, carabinieri e i vigili del fuoco, saranno state sei pattuglie. Però non mi sono preoccupato”, sono state le parole di un ragazzo sulla trentina. “Una residente ha mandato un messaggio sul gruppo del condominio intorno alle 4:40 – ha raccontato una donna di circa 50 anni -. Mio marito alle 5:30, quando è uscito di casa, ha chiuso le finestre per non far entrare il fumo e mi ha mandato un messaggio, ma io dormivo, l’ho letto alle 6:30, quando mi sono affacciata c’erano i vigili del fuoco e la polizia. Però quello che è successo qui non ci tange, perché da quando sono arrivati questi qui è diventato un caos. Auto che vanno e vengono, non si sentono perché sono elettriche, ma ci sono anche moto e furgoni. Qui sotto prima era tranquillo, adesso c’è mondezza ovunque. Abbiamo chiesto che venissero messi dei dossi, ma pare non sia possibile. È una questione di vivibilità, qui non si vive più”, ha concluso.